Stupri di Caivano, ai domiciliari un indagato. L’avvocato di una vittima: “Non c’è giustizia”
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"Non c'è giustizia". Così Angelo Pisani, avvocato della madre di una delle due cuginette di Caivano, in provincia di Napoli, vittime di un presunto stupro di gruppo la scorsa estate, e per il quale sono indagate diverse persone. Una di esse è finita ai domiciliari a Venezia con braccialetto elettronico nelle scorse ore, e questo ha portato alla dura reazione del legale napoletano. "Noi ci battiamo per tutelare la vittima da crimini atroci e uno dei responsabili delle violenze sessuali e diffusione video pedopornografici va ai domiciliari a Venezia. Altro che decreto Caivano, altro che rispetto e tutela per le donne e le vittime", ha aggiunto ancora Pisani. "Lui è ai domiciliari mentre le bambine", ha aggiunto ancora Pisani, "mentre i fratelli sono chiusi nelle case famiglia senza neanche poter veder e sentire genitori e familiari. Si veicola un messaggio sbagliato, quello della giustizia a intermittenza".
La decisione del gip
Secondo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord che ha disposto gli arresti domiciliari a Venezia e con applicazione del braccialetto elettronico, come chiedeva l'istanza di sostituzione della misura cautelare avanzata dalla difesa del 19enne e presentata dall'avvocato Giovanni Cantelli, gli abusi ripetuti ai danni delle due bimbe "si sono innestati in un contesto territoriale di profonda incuria e abbandono e sono stati agevolati dal senso di appartenenza al gruppo criminale dei suoi membri, quasi tutti minorenni o poco più che maggiorenni". Contraria invece si era detta la Procura, che voleva il mantenimento della misura cautelare in carcere.