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Studenti guardano film su Giancarlo Siani, applausi all’omicidio. Il fratello Paolo: “Sensibilizzare contro mafie”

In un post sui social, Paolo Siani, fratello del giornalista napoletano ucciso dalla camorra, ha commentato l’accaduto: “Alla morte non si applaude, mai, per nessuno”.
A cura di Valerio Papadia
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Un applauso. Sarebbe scattato un applauso alla scena dell'omicidio di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985. Alcuni studenti di una scuola del Vomero, quartiere collinare di Napoli, stavano guardando Fortapasc, film del 2009 di Marco Risi che racconta la vita e la morte di Giancarlo Siani quando, come racconta Il Mattino, alla scena dell'omicidio del giornalista alcuni studenti avrebbero applaudito.

E allora, sui social, Paolo Siani, fratello del giornalista ucciso dalla camorra – stimato medico nonché ex deputato alla Camera – ha commentato l'accaduto. Siani scrive:

Alla morte non si applaude, mai, per nessuno. Questo non va spiegato, dovrebbe far parte dell’animo umano. Davanti alla morte si resta in silenzio, questo neppure va spiegato. Ma se invece accade, se alcuni ragazzi, pochi, molto giovani, di una scuola che si sta impegnando per far crescere in loro il senso della legalità e della giustizia, applaudono alla morte violenta e quindi scelgono di stare dalla parte di chi spara, c’è bisogno che noi tutti, ci si interroghi sul perché. Adesso, subito, prima che sia troppo tardi

Siani prosegue:

Non possiamo far finta di nulla, dobbiamo intervenire, spiegare, raccontare, e lo dobbiamo fare con più forza, più veemenza, più coraggio, più passione, tutti. Perché ci riguarda tutti. La sensibilizzazione contro le mafie e la violenza non è mai abbastanza, non possiamo arrenderci, neanche per un attimo. Io non mi arrendo. Noi non ci arrendiamo

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