Strangola la moglie davanti ai figli, poi la telefonata all’avvocato: “Ho fatto un guaio”
"Ho fatto un guaio". Non sono ancora le cinque del mattino quando squilla il telefono di Orlando Sgambati, avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Dall'altro capo c'è Lulzim Toci, 30enne albanese. È in macchina col fratello, sta tornando a casa dopo essere stato in ospedale. Ha appena ucciso la moglie, Eleonora Toci, l'ha strangolata davanti ai figli di sei e quattro anni. Istantanea della tragedia che si è consumata ieri mattina a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, e che resta ancora piena di interrogativi: nessuna lite, nessun problema in quella famiglia che si era riunita solo da poche settimane.
Uccisa in casa davanti ai figli a San Felice a Cancello
Ad avvertire i carabinieri è stata la cognata di Toci, intorno alle 5 del 9 ottobre. Dopo aver ucciso la moglie, l'uomo ha raggiunto a piedi la casa del fratello, che dista poche centinaia di metri, e ha chiesto di essere accompagnato in ospedale. La donna, non vedendo anche Eleonora con lui, si è insospettita e le ha telefonato. Ha risposto il bimbo di sei anni che, in videochiamata, ha mostrato il corpo della madre, ancora a letto.
I bambini avrebbero assistito all'aggressione e, soprattutto, avrebbero capito quello che era successo. I militari sono arrivati poco dopo, Toci era davanti alla sua abitazione di via Caravaggio insieme al fratello, in stato confusionale. Non ha opposto resistenza e ha seguito i carabinieri, era appena entrato nell'automobile quando è arrivato il suo avvocato.
Chi sono Eleonora Toci e Lulzim Toci
Eleonora Toci (il cognome è quello acquisito dopo il matrimonio, come prevede la legge albanese) era arrivata in Italia soltanto un paio di mesi fa, per vivere insieme al marito, e con lei aveva portato i loro due bambini. Si occupava della casa. Lulzim Toci, invece, a San Felice a Cancello si era stabilito circa un anno fa, nel paesino del Casertano abitano anche diversi familiari; lavorava saltuariamente come bracciante agricolo e spaccalegna. Il trentenne, a quanto apprende Fanpage.it, soffre di problemi psichiatrici e di depressione, diagnosticati. In ospedale ci era stato anche lunedì sera.
Inizialmente si era diffusa l'ipotesi che l'omicidio fosse avvenuto durante una lite, ma non sono emersi riscontri in questo senso: i vicini di casa non hanno sentito nulla, né urla, né il pianto dei bambini. E non ci sarebbero state discussioni nemmeno nei giorni precedenti. Lo ha sottolineato anche il capitano Federico Arrigo, comandante della Compagnia di Maddaloni: nessuna denuncia o richiesta di intervento, nemmeno segnalazioni da parte del vicinato, e le persone ascoltate hanno riferito che non c'era stato nessun segno che lasciasse presagire la tragedia.
L'uomo soffre di depressione e problemi psichiatrici
Interrogato dal pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere alla presenza del suo avvocato e di un interprete, l'uomo ha ammesso le sue responsabilità ma non ha dato nessuna motivazione. Semplicemente, ha detto di non sapere perché l'ha fatto. Nessuna litigio, né altro tipo di problemi: avrebbe stretto le mani al collo della moglie mentre erano a letto e l'avrebbe soffocata.
Il fermo è stato emesso nel pomeriggio, dopo un interrogatorio durato diverse ore: omicidio aggravato. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L'udienza di convalida non è stata ancora fissata, probabilmente si terrà entro la fine della settimana; la difesa ha intenzione di chiedere una perizia psichiatrica. I figli sono per il momento affidati ad una parente, in attesa della decisione della Procura.