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Storia di Teresa, mamma napoletana a Milano: “L’Italia non è un posto per chi vuole avere figli”

“Non servono bonus, ma aiuti concreti”: Teresa, giovane mamma napoletana emigrata a Milano racconta le difficoltà dell’essere genitore-lavoratore.
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Teresa ha 30 anni ed è napoletana. Lei e il marito hanno lasciato la città partenopea nel 2017 con l'obiettivo di trasferirsi a Milano. E oggi Teresa scrive a Fanpage.it per raccontare la sua storia, frustrante, di giovane mamma in un Paese che non aiuta i genitori:

A giugno del 2021 sono diventata mamma di una bellissima bambina e da lì sono cominciati i miei problemi con il lavoro. Mi fa ridere quando leggo notizie che in Italia non si fanno figli, il governo promuove ridicoli bonus che a quanto vedo non servono a nulla.

Nel mio caso, per lavoro nel 2017 io e mio marito abbiamo lasciato la nostra Napoli per trasferirci a Milano.
Qui non ho aiuti da parte di nessun familiare in quanto lontani e posso contare solo sulle mie forze.
Ho cercato di conciliare lavoro e famiglia, ho messo la bimba al nido che mi costa un salasso e in più mi sono dovuta affidare ad una tata.

Nella precedente azienda dove ero a tempo indeterminato mi sono dovuta licenziare perché non mi hanno permesso un part time consono alle mie esigenze, perché in Italia non c'è una legge che tuteli la mamma che chiede il part time.

Part time e smart working sono spesso giudicate inconciliabili dalle esigenze di determinate aziende. Teresa spiega che da quasi un anno è disoccupata e che il discrimine nelle assunzioni è, purtroppo, quello di essere una mamma. Un atteggiamento a dir poco sconfortante:

Il part time? Una azienda può concedertelo come no, ed è sempre l'azienda a scegliere in che modo concedertelo. Adesso sono disoccupata da giugno 2022.
Faccio i colloqui e puntualmente prima di ogni altra cosa mi viene chiesto, se ho figli, età e come sono organizzata per eventuali malattie, mi viene chiesto se e che lavoro mio marito svolge, se ho i nonni vicino e per ultimo mi viene chiesto cosa so fare! È frustrante!

La lettera inviata a Fanpage.it si chiude con una amarissima constatazione: così non si favorisce una giovane famiglia che è restìa a fare il secondo figlio pur magari desiderandolo:

Inutile dire che sono ancora disoccupata! È la mentalità italiana che è sbagliata, le aziende hanno paura di assumere donne con figli ed è ridicolo tappare questi problemi con i bonus. Bisogna agire alla radice.

Io amo mia figlia e non cambierei la scelta di diventare mamma ma sicuramente prima di pensare ad un secondo bambino ci penserò 10 volte su!
L'Italia non è un posto per le mamme!

Racconta a Fanpage.it la tua storia di genitore e lavoratore

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