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Storia della pizzeria Dal Presidente di Napoli: dai fasti del G7 con Clinton al sequestro per camorra

La pizzeria di via Tribunali è nata da un’idea di Ernesto Cacialli dopo il G7 del 1994 a Napoli. Ma dopo il decesso del pizzaiolo l’attività è ha avuto un’altra storia.
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La pizzeria "Dal Presidente" in via Tribunali a Napoli
La pizzeria "Dal Presidente" in via Tribunali a Napoli

Una pizzeria a Napoli è come una miniera d'oro in casa. Tale è il flusso di turisti, tanto è il lavoro che basta soltanto non fare fesserie e si può campare una vita intera, costruire un brand di successo ed esportarlo con filiali in Italia e all'estero. Le pizzerie napoletane sono alcune tra le le attività maggiormente remunerative in assoluto nella ristorazione. E i marchi storici valgono milioni. Pensate poi ad avere una pizzeria proprio a Napoli, in via Tribunali, nel pieno del centro storico, lì dove gli odori obnubilano e l'appetito viene anche solo camminando e respirando. Un goal a porta vuota, dal punto di vista imprenditoriale.

Questa è una premessa d'obbligo per capire lo scenario. Oggi la Procura della Repubblica di Napoli, insieme a Guardia di Finanza e Polizia di Stato ha messo sotto sequestro la società titolare della pizzeria e friggitoria "Dal presidente" ed è un piccolo choc per i conoscitori e i frequentatori delle pizzerie storiche napoletane.

Pure perché "Il presidente" ha una quelle storie che solo a Napoli possono scriversi.

Siamo nel luglio 1994 a Napoli. Silvio Berlusconi è da poco diventato presidente del Consiglio – proprio all'ombra del Vesuvio riceverà il suo primo clamoroso avviso di garanzia -. Antonio Bassolino è il sindaco idolatrato dalla città, quello del "Rinascimento napoletano". A Napoli si svolge il summit G7 coi grandi del mondo.

In città c'è il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton con la first lady Hillary Rodham Clinton e la figlia Chelsea,  c'è François Mitterrand, presidente della Francia, ci sono i capi di Stato delle altre principali potenze del mondo. Insomma, i riflettori sono davvero puntati su Napoli che esce da un periodo cupo mostrandosi a tutti con una ritrovata bellezza.

In un fuori programma, una escursione in via Tribunali, Clinton si ferma davanti ad una pizzeria storica, "Di Matteo" e addenta una pizza a portafoglio. A porgergliela è Ernesto Cacialli, uno dei pizzaioli più noti della zona. La foto del capo della Casa Bianca cui il napoletano passa la pizza fumante piegata in quattro fa il giro del mondo.

Trent'anni fa non era come oggi: una fotografia del genere poteva decretare una notorietà sicuramente durevole più dei «quindici minuti» preconizzati da Andy Warhol.

Bill Clinton che mangia la pizza da Di Matteo
Bill Clinton che mangia la pizza da Di Matteo

Cacialli divenne così famoso per quella scena che venne ribattezzato «‘o presidente», secondo una modalità tipica del vicolo che ti appiccica addosso una storia che ti riguarda e ti ribattezza. Successivamente Cacialli si staccò da Di Matteo e riuscì a rilevare un locale in zona per aprire la sua pizzeria, subito di successo. Il destino però gli fu avverso: morì a sessant'anni e la successiva gestione del suo locale non ebbe successo (oggi due figli di Cacialli hanno pizzerie apprezzatissime a Napoli).

La pizzeria Del Presidente finì dunque in mano ad un altro imprenditore, Massimiliano Di Caprio, che risulta direttore della pizzeria e che è stato arrestato nell'inchiesta odierna su camorra, riciclaggio e imprese. Peraltro, nel luglio del 2022, Di Caprio finì nella bufera per un commento omofobo pubblicato su Instagram da lui definito "solo uno sfogo".

La società titolare dell'attività è ora sotto sequestro. L'impresa di ristorazione – dice l'inchiesta della Procura di Napoli, che si è avvalsa anche delle dichiarazioni di pentiti come l'ex capo ultras Genny ‘a Carogna –  sarebbe stata acquistata grazie all'apporto economico e alla "protezione" fornita da un esponente di spicco del clan Contini, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente a una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

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