Statua della Spigolatrice, parla il sindaco di Sapri: “Ma quale sessismo. L’opera resterà lì dov’è”
"Il sessismo è sempre negli occhi di chi lo vede, non di certo nell'espressione artistica che con tutto ha a che vedere tranne che con il sessismo". È così che Antonio Gentile, sindaco di Sapri (Salerno), raggiunto da Fanpage.it, risponde alle polemiche relative alla statua della Spigolatrice, inaugurata alla presenza, tra gli altri, del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
Polemiche nate dall'aspetto della statua, il cui abito, mosso da una ideale brezza marina, evidenzia forme femminili, lasciando poco spazio all'immaginazione. La prima, in ordine di tempo, a sollevare la questione è stata l'ex senatrice del Gruppo Misto Manuela Repetti. Ma numerosi tweet, post e dichiarazioni provenienti da personalità del mondo delle istituzioni, tra cui l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, e dello spettacolo di sono succeduti in questi giorni e tutti con un comune denominatore: la statua è un'offesa alle donne.
Lei ha difeso strenuamente l'opera. Si aspettava tanto clamore?
Diciamo che speravo clamore, ma non di questo tipo. La lettura della chiave sessista sicuramente nessuna di noi l’aveva mai data. Speravamo sicuramente di avere una statua sul lungomare della Spigolatrice che diventasse anche un attrattore turistico. Era anche un’opera da sempre richiesta dalla cittadinanza: una nuova statua in paese e non solo la precedente che è adagiata sullo scoglio dello Scialandro che risulta essere poco accessibile.
Qualcuno dice che è sessismo, come l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Lei cosa risponde?
Ritengo che il sessismo sia sempre negli occhi di chi lo vede e non di certo nell’espressione artistica che con tutto ha a che vedere tranne che con il sessismo. Vi invito a venire a vederla di persona, forse qualche foto dà una visione distorta della realtà. La statua rappresenta una spigolatrice, che sappiamo essere un personaggio della lirica risorgimentale del Mercantini. Ed è una donna che mentre cammina verso il paese, volge lo sguardo verso il luogo dello sbarco di Carlo Pisacane.
L’artista ha immaginato un’azione della brezza marina sul corpo e quindi il vestito e i capelli seguono la direzione del vento. Ma nell’opera in sé, che a me personalmente piace, non è una esaltazione del corpo femminile, non può essere classificata come sessista. È questo che mi sconvolge nel modo com’è stato presentato poi all’opinione pubblica, inizialmente da parte dell’ex senatrice Repetti poi ripreso dagli altri personaggi politici e dello spettacolo.
Ma lei un bozzetto dell'opera lo aveva visto? O è stata una sorpresa?
Qualche bozzetto lo avevo visto, anche se tutta la procedura è stata seguita da un assessore. Ho visto dei bozzetti iniziali sul volto, su come stava venendo la statua. Io non ero presente all’inaugurazione, mi ha sostituito un assessore donna tra l’altro, che ha preso anche lei la stessa posizione, perché davvero non c’è nessun richiamo al sessismo ed è una cosa sconvolgente.
Quindi quando avete visionato i bozzetti non è mai emersa la preoccupazione che potesse scaturire una discussione del genere?
Assolutamente no. Credo che una discussione del genere sia nata dalle presenze all’inaugurazione, cioè credo che l’attenzione massima sul caso sia dovuta anche dal fatto che c’era il presidente Conte.
Alla luce di questo clamore, avete pensato di cambiarla o di farla rimuovere?
Questo assolutamente no. Io ho contestato sin dal primo istante chi ha parlato di abbattere la statua. Abbattere le statue si è verificato in Paesi dove purtroppo era stata sospesa la democrazia, questo non funzione in un Paese civile. Quindi l’opera d’arte resterà installata in quel posto. Oggi è diventata patrimonio pubblico, perché la statua è stata finanziata da Fondazione Grande Lucania e dal Parco nazionale del Cilento, il Comune di Sapri ha messo una parte marginale di contributo. E il patrimonio pubblico non si distrugge e non si abbatte. Questo è un messaggio brutto che viene dato da parte delle istituzioni, anche, e soprattutto, perché non c’è alcun riferimento sessista.