Sputnik, il contratto tra De Luca e i russi è un mistero: per SoReSa è segreto nessuno può leggerlo
Dovevano essere i vaccini che avrebbero fatto balzare la Campania in cima alle regioni europee per numero di vaccinati, l'ennesimo "miracolo" di Vincenzo De Luca e della sua gestione della pandemia. Si tratta del vaccino Sputnik acquistato tramite contratto dalla Regione Campania lo scorso 26 Marzo. Il capo dell'opposizione in consiglio regionale, Stefano Caldoro, ha chiesto l'accesso agli atti per capire cose ci fosse scritto nel contratto tra la Regione Campania e il fondo sovrano russo RDIF, che produce lo Sputnik. La risposta della SoReSa ha dell'incredibile: il contratto è segreto e non si può mostrare senza l'autorizzazione del fondo sovrano russo. In pratica, in barba ad ogni norma della legge sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, nessuno può sapere i termini dell'accordo tra De Luca e russi per un vaccino che, ricordiamocelo, non è mai arrivato in Campania.
Contratto segreto: "Cosa c'è scritto che non si può dire?"
L'accesso agli atti di Caldoro è avvenuto il mese scorso, il leader dell'opposizione ha chiesto alla SoReSa tutta la documentazione relativa all'accordo con la Human Vaccine della RDIF, il fondo sovrano russo per gli investimenti, guidato da manager legati con filo diretto al presidente russo Vladimir Putin. "La legge sulla trasparenza parla chiaro – spiega Caldoro a Fanpage.it – sono state impiegate risorse pubbliche, si tratta di un contratto con un'azienda privata, è lecito chiedersi i termini del contratto e gli eventuali impegni di spesa. Ma abbiamo trovato la sorpresa, quello che abbiamo chiesto non c'è stato dato". La SoReSa non ha concesso la visione dei documenti ad un consigliere regionale nell'esercizio delle sue funzioni e la motivazione lascia interdetti. Si legge nel documento della SoReSa: "Quanto al contratto stipulato da SoReSa con la Human Vaccine rappresentata da RDIF, la documentazione sarà resa disponibile all'esito del proprio consenso all'ostensione da parte del fornitore". In altre parole, possiamo sapere i termini del contratto voluto da De Luca solo se il fondo sovrano russo legato a Putin ci autorizza. "Segretezza o no, la Regione può autorizzare la SoReSa a mostrare il contratto, ma la società non l'ha nemmeno chiesto al suo socio unico ovvero la Regione stessa" spiega Caldoro. "Mi chiedo cosa ci sia in questo contratto che non si può vedere? E cosa deve la Regione a questo privato per tutelarlo fino a questo punto?"
L'Ema rinvia ancora la decisione sullo Sputnik
Ma quello che colpisce del "miracolo Sputnik" è che il vaccino russo in Campania non c'è mai arrivato. Il contratto, come spiegò lo stesso De Luca, diventava attivo immediatamente dopo l'autorizzazione del vaccino da parte dell'EMA o dell'AIFA, gli organismi internazionali del farmaco. Proprio negli ultimi giorni l'EMA ha rinviato a data da destinarsi la decisionesull'autorizzazione del vaccino russo, come riportato dall'agenzia di stampa Reuters. La deadline era fissata per il 10 agosto, ma l'organismo europeo ha deciso di rinviare la decisione sine die, nonostante dal fondo sovrano russo RDIF abbiano sostenuto che tutto procede secondo i piani. Senza autorizzazione non c'è vaccino. Lo stesso De Luca aveva intrapreso una vera e propria battaglia personale contro il governo e le agenzie internazionali per il farmaci per chiedere l'autorizzazione dello Sputnik. Un comportamento criticato anche dal virologo Roberto Burioni che aveva replicato a De Luca dicendo che: "Le pressioni politiche sullo Sputnik creano danni". Poi tra aprile e maggio, l'arrivo delle scorte di vaccino garantite dal governo nazionale hanno permesso l'accelerazione decisiva della campagna vaccinale. Ma questo è un altro "miracolo". Intanto dall'altro capo del mondo, in Brasile, l'agenzia nazionale per la regolamentazione dei farmaci, l'ANVISA, ha bocciato lo Sputnik spiegando che il siero russo contiene un virus in grado di replicarsi, e quindi non è considerato sicuro.
La cordata dei "russi napoletani" dietro l'accordo con De Luca
Ma come si è arrivati nel marzo scorso all'accordo, unico nel suo genere e talmente singolare da prevedere un contratto segretissimo, tra il fondo sovrano russo e la Regione Campania di Vincenzo De Luca? Un ruolo decisivo lo hanno avuto, come molti degli affari che si sono chiusi in Campania durante la pandemia da Covid 19, gli intermediari. Nel caso dell'accordo Campania – Russia sullo Sputnik le figure decisive sono state una serie di personaggi napoletani legati a doppio filo con i russi. I nomi non sono nemmeno così difficili da trovare e alcuni di questi hanno avuto il plauso ufficiale della Regione Campania con tanto di comunicato. E' il caso dell'ambasciatore italiano a Mosca, il napoletano Pasquale Terracciano, ringraziato pubblicamente da De Luca per aver favorito l'accordo. Altro personaggio chiave è un altro napoletano, Vincenzo Trani, presidente della camera di commercio Italia – Russia, che per mesi ha affollato Tv, radio e giornali italiani promuovendo lo Sputnik in Italia come vaccino da acquistare subito per combattere la pandemia e uscire dall'incubo. Altro napoletano con ruolo chiave è stato Vincenzo Schiavo, presidente del Commerfin, consorzio legato a Confesercenti che svolge un ruolo di cerniera tra imprese e intermediari bancari. Schiavo è anche (ovviamente) console onorario russo a Napoli. D'altronde lo stesso RDIF, il fondo sovrano russo, ha tra i suoi partner anche l'italianissima Cassa depositi e prestiti, un rapporto che ha permesso negli ultimi anni di chiudere accordi commerciali in Russia per molti grossi gruppi imprenditoriali italiani come Cremonini e Barilla. L'accordo Campania – Russia sullo Sputnik veniva chiuso proprio pochi giorni prima che il ROS dei Carabinieri scoprisse che Walter Biot, un capitano di fregata della Marina Militare passava documenti segreti militari ad una spia russa, Dmitri Ostroukhov, che lavorava per l'ambasciata a Roma, in cambio di denaro.