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Sparò all’ingegnere per uno scooter, il rapinatore 17enne: “Ma se la gente è scema…”

È stato incastrato dalle intercettazioni il criminale accusato del raid in via Reggia di Portici; i militari avevano individuato il covo nel rione Conocal.
A cura di Nico Falco
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Le immagini del ferimento dell'ingegnere
Le immagini del ferimento dell'ingegnere

"Ma se la gente è scema…". Perché lui, sì, aveva sparato, ma tutto sommato la colpa era di quel giovane che non aveva mollato lo scooter nonostante gli avesse fatto vedere la pistola e lo avesse minacciato più volte. Brandelli delle intercettazioni che hanno incastrato il 17enne di Ponticelli, Napoli Est, individuato come il giovanissimo rapinatore che, insieme a un complice, ridusse in fin di vita l'ingegnere 32enne Fabio Varrella davanti ad una pompa di benzina di via Reggia di Portici.

La rapina in via Reggia di Portici ripresa in video

Le immagini di quell'episodio, risalente al 29 marzo 2023, sono più che note: l'uomo che sta facendo rifornimento, i due ragazzi in scooter che si affiancano. Uno di loro, il più basso, che gli punta la pistola e cerca di farlo scendere. Ma il 32enne resiste e così partono i colpi. I due proiettili raggiungono la vittima al bacino e a una gamba, questo secondo colpo ha rischiato di ucciderlo: l'uomo è stato sottoposto ad una lunga operazione chirurgica, eseguita d'urgenza nella notte perché per i danni vascolari rischiava di perdere una gamba e la sua stessa vita era in pericolo.

Il video è registrato dall'impianto di sorveglianza del distributore. Nelle immagini i due rapinatori sono entrambi travisati, ma quello che spara ha una fisionomia particolare: è molto esile e basso. Ed è stata proprio l'altezza uno degli elementi chiave. Se ne rende conto lo stesso 17enne che, sempre intercettato in ambientale, e ormai consapevole di essere tra i sospettati, commenta che è la statura che lo "fotte", che lo tradisce.

Il covo dei rapinatori nel Conocal di Ponticelli

Pochi minuti dopo il ferimento erano intervenuti i carabinieri del Nucleo Operativo di Poggioreale. Dalle testimonianze della vittima e del dipendente del distributore avevano ricavato i primi dati: i responsabili erano entrambi giovani, avevano l'accento napoletano ed erano scappati verso Ponticelli. Nei giorni successivi avevano passato al vaglio le telecamere di tutta via Reggia di Portici per ricostruire il percorso dei criminali.

Il 1 aprile, la svolta: qualcuno aveva contattato il proprietario dell'Honda X-Adv, usato per la rapina e a sua volta rapinato pochi giorni prima, e gli aveva detto lo scooter era nel rione Conocal. I carabinieri avevano quindi trovato non solo il mezzo ma, in una cantinola, gli abiti usati da uno dei criminali. Un altro riscontro investigativo era arrivato da un sequestro: il 19 aprile nell'abitazione del 17enne i carabinieri avevano trovato droga e dei proiettili compatibili con quelli usati per ferire l'ingegnere.

Il 17enne incastrato dalle intercettazioni

A quel punto le indagini si sono incrociate con quelle già in corso della Squadra Mobile su diverse rapine perpetrate con le stesse modalità: gli agenti stavano già intercettando un pregiudicato ritenuto vicino al clan De Micco. Il 17enne, riconosciuto nelle conversazioni captate, si rammarica di non essersi accorto delle telecamere, ammette di aver fatto molte rapine (ma di essersi fermato il 31 maggio) e, parlando con la madre, le dice di "svegliarsi" perché, ormai, le forze dell'ordine avevano capito che era stato lui a sparare.

Il 31 maggio la Squadra Mobile si presenta in casa dell'uomo intercettato con un invito a comparire e uno degli agenti, guardando il 17enne, gli chiede: "Ma tu quanto sei alto, un metro e cinquanta?". Sarà proprio questa frase a far crollare definitivamente il ragazzo, che da quel momento ha la certezza di essere stato riconosciuto e, involontariamente, fornirà gli elementi per far scattare le manette.

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