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Spari tra le case a Bagnoli, ma non c’è denuncia. Ipotesi: intimidazione verso pentito

Due colpi di pistola sono stati esplosi a Bagnoli, quartiere di Napoli ovest, nella serata del 7 marzo. Tra le ipotesi, quella di una intimidazione: nelle vicinanze abitano i parenti di un pregiudicato che di recente è diventato collaboratore di giustizia. Indagini rese più difficili dal silenzio: non è stata sporta denuncia e nessuno ha chiamato le forze dell’ordine.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Due colpi di pistola sono stati esplosi a Bagnoli, periferia ovest di Napoli, nella serata del 7 marzo. Il rumore è stato chiaramente udito da parecchi dei residenti, che si sono affacciati alle finestre, ma non sarebbe stato visto nessuno in strada e non è stata effettuata segnalazione alle forze dell'ordine; tra le ipotesi quella secondo cui potrebbe trattarsi di un messaggio intimidatorio diretto ad un affiliato di camorra che di recente è diventato collaboratore di giustizia.

Gli spari sono stati sentiti intorno alle 22:15 del 7 marzo, pochi minuti dopo la fine della partita di calcio tra Napoli e Bologna, tra via Silio Italico e via Di Niso. Due colpi in rapida successione. Sul posto, in un successivo sopralluogo, le forze dell'ordine non hanno trovato fori o bossoli, è possibile quindi che sia stato usato un revolver o anche una scacciacani, una pistola a salve. Sull'episodio sono in corso indagini, rese più complicate dal fatto mancano denuncia e segnalazione immediata.

Tra le piste seguite dagli investigatori, quella dell'intimidazione: nella zona dove sono stati sentiti gli spari, infatti, abitano dei parenti di un pregiudicato considerato ai vertici del clan locale che nelle scorse settimane è diventato collaboratore di giustizia. Si tratta al momento soltanto di una ipotesi, ma la decisione aveva scatenato forti malumori esternati anche tramite social negli altri affiliati, che temevano che dalle sue dichiarazioni "dall'interno" potessero scaturire nuovi arresti; il boss era stato arrestato nello scorso agosto, latitante da circa due mesi, da quando si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale.

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