Sparatoria con la Polizia ad Avellino, fermato il capo dei rapinatori: è un boss foggiano

É stato bloccato ieri dalle forze dell'ordine Savino Ariostini, 53 anni, ritenuto dagli inquirenti a capo del manipolo di rapinatori che giovedì sera ha ingaggiato uno scontro a fuoco con la Polizia dopo un inseguimento di centinaia di chilometri; l'uomo è stato individuato ad Avellino, a bordo di un bus. Ariostini, detto "Nino 55", considerato elemento di spicco della batteria mafiosa Moretti-Pellegrino-Lanza, era ricercato dal novembre 2020, quando era riuscito a sfuggire a un blitz dell'operazione "Decimazione bis", che portò all'arresto di una quarantina tra gregari e capi della mafia foggiana.
La sparatoria dopo inseguimento di centinaia di chilometri
Il conflitto a fuoco era scattato giovedì sera nei pressi del cimitero di Cesinali, in provincia di Avellino. I movimenti della batteria di rapinatori erano monitorati dalla Squadra Mobile di Chieti che, ricostruite le loro intenzioni, avevano allertato le Questure di Foggia e Avellino: il gruppo si preparava ad assaltare un furgone blindato sull'autostrada, nel raccordo tra Salerno e il capoluogo irpino.
Il commando era partito da Cerignola, in provincia di Foggia, composto da cinque auto. Giovedì sera, durante l'inseguimento, due di queste, una jeep bianca e una nera, si sono staccate dal gruppo e si sono fermate a Cesinali. I poliziotti hanno fermato i tre bitontini che erano nella jeep nera, mentre la bianca ha invertito la marcia e ha cercato di investire un agente. Dalla jeep sono quindi partiti dei colpi di pistola e la Polizia ha risposto al fuoco. L'auto, abbandonata, è stata ritrovata poco dopo, sui binari ferroviari, nei pressi di un passaggio a livello; riverso sul sediolino posteriore, ormai senza vita, il 31enne di Molfetta Giovanni Rinaldi, ancora col volto coperto da un passamontagna.