video suggerito
video suggerito

Spaghetti e cappuccino, anche a Napoli l’abbinamento che stupisce: “Ma il cliente deve poter ordinare tutto”

Dopo il video virale di Milano abbiamo chiesto ad un titolare di bar e ad un cameriere di lungo corso se anche a Napoli i turisti si producono in abbinamenti arditi per la nostra tradizione gastronomica.
A cura di Cir. Pel.
694 CONDIVISIONI
Immagine generata con intelligenza artificiale
Immagine generata con intelligenza artificiale

«C'è uno spettro che si aggira per l'Europa, il cappuccino a pranzo»: si legge in un meme italiano che va forte sui social network. L'abitudine tutta nordeuropea o americana di accompagnare un piatto di pasta ad una fumante tazza di caffèlatte o cappuccino (la differenza è la presenza di schiuma nel secondo) è guardata con orrore in alcuni ristoranti italiani.

È di qualche giorno fa il video virale su TikTok di una americana che ordina un piatto di pasta arricchito di parmigiano e chiede «Posso avere un cappuccino?», guardata malissimo dal cameriere che ovviamente esegue ma esclama: «che dolore che mi fa!». Il video era stato girato a Milano. E a Napoli cosa accade?

All'ombra del Vesuvio c'è un misto tra rassegnazione, ironia e stupore: «Se stai qui una giornata ti rendi conto delle richieste incredibili che arrivano dai turisti stranieri» spiega Enrico, titolare di uno dei bar-gastronomie più noti della zona del Borgo di Santa Lucia -. C'è l'americano che si lamenta perché nella pasta alla genovese «si sente odore di cipolla» (è l'ingrediente principale, per chi non lo sapesse ndr.). Un turista asiatico si è lamentato qualche giorno fa che una Fanta, aperta in quel momento, non somigliava a quella Fanta che beve lui a casa sua».

E il cappuccino a pranzo? Anche a Napoli gran parte di bar-ristoranti si è abituata e adeguata. Alcune attività ristorative non hanno la macchinetta del caffè espresso che prepara il cappuccino, quindi rifiutano a priori. Ma sono sempre di meno. «A me – spiega Enrico – qualche giorno fa hanno chiesto il cappuccino caldo con cacao vicino ad un bel piatto di zucchine alla scapece».

Dunque Napoli abbozza e si piega ai desiderata del turista? «C'è da dire una cosa – spiega Ettore, napoletano, cameriere e direttore di sala per oltre vent'anni sia nei ristoranti di cerimonie che su navi da crociera -. Noi non siamo i detentori di ciò che è giusto o sbagliato. I gusti sono gusti e vanno rispettati».

Spiega: «Se sul menù c'è una cosa il cliente deve poterla ordinare, l'abbinamento piatti-portate non ci compete. Possiamo consigliare, mica imporre. È diverso per i menù degustazione dei ristoranti stellati dove la selezione delle portate è decisa a priori, chi va sa già cosa mangerà e berrà. Fermo restando che se sei una star ti fanno scegliere qualsiasi cosa. Ripeto: i clienti vengono, mangiano e pagano, hanno tutto il diritto di bere il loro cappuccino senza essere giudicati».

694 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views