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Spacciatrice picchiata selvaggiamente per costringerla a cambiare clan, 11 fermi a Ponticelli

Carabinieri e Polizia, su disposizione della Dda, hanno sottoposto a fermo 11 persone a Ponticelli, considerate legate ai clan De Luca Bossa – Minichini – Casella e ai De Martino: sono accusati di estorsione nei confronti di un parcheggiatore abusivo e di una donna, gestrice di una piazza di spaccio, picchiata per costringerla a cambiare gruppo malavitoso.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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A Ponticelli, Napoli Est, la camorra impone il pizzo su qualsiasi attività intorno alla quale possa girare denaro, legale o meno: così nel mirino degli estorsori ci erano finiti, con ruolo della vittima, anche una donna che gestiva una piazza di spaccio ed un parcheggiatore abusivo. Emerge dalle indagini che hanno portato all'emissione di 11 fermi, eseguiti oggi da carabinieri e polizia, nei confronti di appartenenti alla malavita organizzata locale; tra i destinatari ci sono anche Salvatore De Martino, ritenuto legato ai De Martino del Rione Fiat, gli "XX", ed Eduardo e Giuseppe Casella, considerati invece parte del cartello contrapposto, quello dei De Luca Bossa – Minichini – Casella.

I due episodi sono stati ricostruiti nell'ambito delle indagini sui due gruppi malavitosi (da un lato i De Luca Bossa – Minichini – Casella, con cui sono alleati i D'Amico del Rione Conocal, dall'altro i De Micco e i De Martino del Rione Fiat) che si stanno affrontando per l'egemonia criminale sul quartiere di Napoli est; l'accelerazione investigativa è stata necessaria perché negli ultimi giorni si è concretizzato il pericolo di fuga per gli indagati (alla luce degli episodi avvenuti in zona di recente, ultimo di questi l'omicidio di Carmine D'Onofrio, figlio illegittimo del fratello del boss Tonino ‘o Sicco, Antonio De Luca Bossa, probabilmente ammazzato per una vendetta trasversale).

I fermi sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e dal Nucleo Operativo dei Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Agli indagati viene contestato il reato di estorsione nei confronti di una donna, che gestiva una piazza di spaccio del quartiere, e che sarebbe stata picchiata violentemente per costringerla a passare al clan rivale; l'altro episodio, quello che riguarda il parcheggiatore abusivo, per gli inquirenti è emblematico della volontà della criminalità organizzata di tenere sotto controllo tutte le attività illecite del quartiere.

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