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Sorelle sfregiate con l’acido, la zia si dice innocente. E si indaga anche su alcuni video

La zia delle due sorelle sfregiate con l’acido a Napoli sostiene di essere innocente. Al momento risulta essere l’unica indagata nell’indagine che punta a far luce su quanto avvenuto a Corso Amedeo di Savoia.
A cura di Gaia Martignetti
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Ci sarebbero anche alcuni video nella mole di elementi che gli investigatori stanno vagliando per ricostruire quanto avvenuto a Corso Amedeo di Savoia, a Napoli, quando due sorelle sono state sfregiate con l'acido, mentre erano a bordo del loro motorino. Uno di questi riprenderebbe gli attimi precedenti all'aggressione. Si vedrebbe un casco bianco che apparterrebbe all'unica indagata, al momento, in questa vicenda: la zia delle due sorelle. La giovane, difesa da Bernardo Scarfò, si è recata spontaneamente dalle forze dell'ordine, per essere ascoltata insieme al suo legale.

Le dichiarazioni della zia delle due sarebbero risultate contrastanti con quanto dichiarato dalle ragazze. Inoltre la 20enne sostiene di non aver gettato lei l'acido che ha colpito le vittime dell'aggressione. L'interrogatorio è durato circa otto ore e per tutto il tempo, la donna, sottoposta a un fermo in attesa dell'udienza di convalida, prevista nei prossimi giorni, ha sempre professato la sua innocenza. Attualmente risulta indagata per deformazione di aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, come spiegato anche in una nota della Questura di Napoli:

Personale della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato San Carlo Arena nel pomeriggio di ieri 31 maggio ha dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – IV sezione Indagini – a carico di una giovane donna di appena vent’anni ritenuta gravemente indiziata del reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, avendo provocato a due giovani vittime ustioni da acido a livello del volto e di altre parti del corpo, accerchiando lo scooter al bordo del quale viaggiavano le due vittime, di cui una minore degli anni 18.

La donna fermata si era resa irreperibile nelle ore seguenti all’evento delittuoso, verificatosi la sera del 30 maggio, in zona Materdei, e ha spontaneamente rilasciato dichiarazioni, allo stato non riscontrate, in contrasto con il quadro probatorio acquisito.

[La Smart incendiata. Foto Gaia Martignetti/Fanpage.it]
[La Smart incendiata. Foto Gaia Martignetti/Fanpage.it]

Le forze dell'ordine continuano le indagini, cercando di mettere in fila una serie di elementi. Come la Smart incendiata tra il 10 e l'11 maggio, intestata al padre delle due sorelle. Questo elemento, che rientra nel calderone delle indagini, non è chiaro se possa in qualche modo essere collegato con i fatti del Corso Amedeo di Savoia. Al vaglio degli investigatori, al momento, c'è anche il coinvolgimento di altri. Si batte anche la pista di antichi diatribe familiari.

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