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Sorelle sfregiate con l’acido a Napoli, su TikTok gli insulti della zia prima del raid

Prima del raid con l’acido contro le due sorelle a Napoli la zia, poi fermata, aveva pubblicato su TikTok una serie di video con insulti verso la famiglia delle ragazze.
A cura di Nico Falco
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Due frame dai video pubblicati su TikTok
Due frame dai video pubblicati su TikTok

Sfottò, insulti, anche qualche minaccia non troppo velata. Tutto in una serie di video che sono comparsi nei giorni scorsi su TikTok e che riguardano la vicenda delle due sorelle sfregiate con l'acido a Napoli: a pubblicarli è stata infatti la zia delle ragazze, quella che ora si trova nel carcere di Pozzuoli, in stato di fermo, dopo aver confessato di aver preso parte all'aggressione nella notte tra il 29 e il 30. I particolari da chiarire su questa storia sono ancora tanti, primo tra tutti chi materialmente ha spruzzato l'acido, ma questo è un altro punto fermo nelle indagini: prima di quel raid c'era stato un lungo botta e risposta sui social, che nelle ore precedenti alle aggressioni era diventato ancora più pressante.

Gli insulti su TikTok prima del raid con l'acido contro le due sorelle

I video, che Fanpage.it ha potuto visionare, sono stati pubblicati su un profilo riconducibile al padre della ragazza fermata (e quindi al nonno delle due sorelle sfregiate). Alcuni di questi sono stati già acquisiti dalla Squadra Mobile di Napoli (che conduce le indagini su delega del pool Fasce Deboli della Procura) e potrebbero rivelarsi molto preziosi per ricostruire i contorni della vicenda, quei "contrasti familiari" che, secondo quanto emerso fino ad ora, sarebbero alla base dell'aggressione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì.

Si tratta di filmati piuttosto espliciti e dal contenuto volgare; in molti compaiono la ragazza fermata e il padre, a volte anche la madre. Non vengono fatti nomi, ma i riferimenti sembrano indirizzati alle due sorelle e alla loro famiglia: si cita "sopra ai cagnazzi", che corrisponde a vicoletto dei Cinesi, ovvero la zona dove abitano le due vittime, e il mestiere del padre, che fa l'idraulico. Le accuse sono rivolte sia alle ragazze sia alla madre, e di riflesso al padre.

In uno dei video, pubblicato il 24 maggio, ci sono tre donne, quella in primo piano mima il gesto di tagliare la gola mentre l'audio è una strofa di una canzone nella neomelodica Cinzia Oscar: "Io so' na bella guagliona, ma saccio fa' male a chi male mi fa". Il profilo è stato aggiornato anche dopo il fermo della ventenne: è comparso un video, presumibilmente pubblicato dal padre, in cui si vede la ragazza nell'automobile della polizia con la scritta in dialetto "Come mi manchi, vita mia, tutto passa, ti amo".

Due frame dai video pubblicati su TikTok
Due frame dai video pubblicati su TikTok

Sorelle sfregiate con l'acido, confessa la zia: scatta il fermo

Martedì la zia delle ragazze, irreperibile subito dopo il raid, si è presentata in Questura per rilasciare dichiarazioni spontanee; dopo ore di interrogatorio, in presenza del suo avvocato, ha ammesso di aver preso parte al raid. Si tratta della sorella della madre, è praticamente coetanea delle vittime: non ha ancora compiuto 20 anni, mentre le nipoti hanno 23 e 17 anni. La giovane ha parlato di dissidi familiari e ha rilasciato una versione che, però, per gli inquirenti non collima del tutto con quanto ricostruito dagli investigatori.

L'aggressione è avvenuta lungo il corso Amedeo di Savoia intorno all'una del mattino di lunedì; le sorelle, probabilmente pedinate, sono state accerchiate da tre scooter con in sella sei persone. L'obiettivo del raid sarebbe stata la minorenne, che ha riportato le ferite più gravi, soprattutto sul viso e alle gambe; la sorella di 23 anni, anche lei colpita dal liquido corrosivo, ha riportato ustioni più lievi ma che hanno interessato anche il volto.

La 19enne, ha fatto sapere il suo legale, Bernardo Scarfo', non avrebbe però ammesso di avere spruzzato l'acido in faccia alle nipoti; nelle immagini della videosorveglianza acquisite dagli agenti è stata ripresa mentre ha un casco tra le mani ma, sottolinea l'avvocato, non si vede mentre mantiene una bottiglia; la donna ha inoltre affermato che la bottiglia con l'acido era in possesso delle due vittime ma non ha potuto negare alcune contestazioni mosse nei suoi confronti dagli inquirenti, come la sua presenza sul luogo dell'aggressione.

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