Sorelle sfregiate con l’acido a Napoli, la zia 19enne resta in carcere
Resta in carcere la 19enne accusata di avere preso parte al raid, lunedì notte, in cui sono state sfregiate con l'acido due sorelle napoletane: il gip di Napoli Saverio Vertuccio non ha convalidato il fermo emesso dalla Procura di Napoli martedì scorso per la ragazza, zia delle due vittime in quanto sorella della madre, e disposto l'applicazione della misura cautelare in carcere. L'udienza si è tenuta questa mattina, la decisione è stata resa nota poco fa.
L'aggressione era scattata intorno all'1 di lunedì scorso, 30 maggio. Le sorelle, questa la ricostruzione, erano state accerchiate lungo il corso Amedeo di Savoia da tre scooter con a bordo sei persone ed era stato gettato contro di loro dell'acido; le due, 23 e 17 anni, erano state portate al Cardarelli e visitate per le ustioni e dimesse il giorno successivo; non hanno riportato ferite gravi ma è possibile che gli sfregi, anche al viso, siano permanenti. L'aggressione è stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza della zona.
La 19enne è stata individuata nel corso delle indagini, affidate alla Squadra Mobile di Napoli sotto il coordinamento del pool Fasce Deboli della Procura (sostituto procuratore Giulia D'Alessandro e procuratore aggiunto Raffaello Falcone). Martedì pomeriggio, 31 maggio, è stata ascoltata in Questura in presenza del suo avvocato, Bernardo Scarfo', e ha rilasciato dichiarazioni spontanee, alla fine è scattato il fermo e la traduzione nel carcere di Pozzuoli. Alla ragazza gli inquirenti contestano il reato, premeditato e in concorso, di "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso", che prevede pene dagli 8 ai 14 anni di reclusione.
La difesa della fermata: "Non ho lanciato io l'acido"
La 19enne martedì ha ammesso la sua presenza agli inquirenti, ma ha negato di avere lanciato l'acido contro le due ragazze. Successivamente ha confermato quella versione, aggiungendo di avere avuto intenzione di colpirle con casco, e che il liquido corrosivo sarebbe stato in possesso delle vittime; l'aggressione, secondo la sua versione, sarebbe riconducibile a vecchi rancori tra le due famiglie.
Prima del raid con l'acido gli insulti su TikTok
Gli inquirenti hanno acquisito una serie di video pubblicati su TikTok nei giorni precedenti all'aggressione. Si vedono il nonno delle due vittime e la figlia, quella che sarà poi fermata, che lanciano una serie di insulti verso la famiglia delle due sorelle. Il raid con l'acido sarebbe quindi arrivato, ritengono gli inquirenti, al termine di una escalation di "scontri" sulla piattaforma social; in questo contesto potrebbe essere collocabile anche l'incendio dell'automobile in uso alle due ragazze, data alle fiamme la notte dell'11 maggio scorso (per questa vicenda non ci sono al momento accusati).