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Soldi al boss Gallo per girare la serie tv Gomorra, assolto ex location manager di Cattleya

Assolto il location manager della prima stagione di “Gomorra – La serie”: era imputato per favoreggiamento nell’inchiesta sulla estorsione pagata al boss Gallo.
A cura di Nico Falco
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Fortunato Cerlino, interprete di don Pietro Savastano nella serie Gomorra
Fortunato Cerlino, interprete di don Pietro Savastano nella serie Gomorra

La Corte di Appello di Napoli, Quarta sezione, ha assolto "perché il fatto non sussiste" Gianluca Aquino, ex location manager di Cattleya, la casa cinematografica che ha prodotto "Gomorra – La serie", dall'accusa di favoreggiamento nell'inchiesta sulla presunta estorsione mentre erano in corso le riprese della fiction. Secondo la tesi dei magistrati Francesco Gallo, boss dell'omonimo clan e in quel periodo da poco finito in carcere, aveva estorto 5mila euro per permettere che le riprese venissero girate nella sua villa di Torre Annunziata, diventata nella serie la casa del clan Savastano.

In primo grado, nel febbraio 2018, Aquino era stato condannato a 6 mesi di reclusione con pena sospesa (mentre Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra, era stato assolto "perché il fatto non sussiste"); gli inquirenti gli contestavano di avere negato, quando fu ascoltato dalla polizia penitenziaria, di avere subìto minacce e di avere pagato una somma di denaro a titolo di estorsione alla famiglia del boss di camorra. Per girare nella villa di Torre Annunziata la produzione aveva stipulato un regolare contratto (6 mesi, 5mila euro al mese, 30mila euro in totale) che comprendeva anche un parziale ristrutturazione dell'immobile, ma Francesco Gallo venne arrestato proprio in quel periodo.

Secondo le ricostruzioni il boss ricevette almeno una seconda rata, a titolo estorsivo, nonostante la produzione avesse ormai come interlocutore la magistratura visto il sopraggiunto sequestro della villa. L'avvocato Domenico Ciruzzi, legale di Aquino, si è detto contento e soddisfatto della sentenza in quanto "la Corte di Appello ha fatto giustizia e ha restituito la dignità e l'onore a un uomo che, per quasi nove anni, ha sopportato accuse ingiuste ed infondate".

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