“Sobri ma sempre antifascisti”: a Napoli striscione davanti alla lapide dei partigiani delle Quattro Giornate

Napoli iniziò nel settembre del 1943 la lotta di liberazione dal nazifascismo: le Quattro Giornate (dal 27 al 30 settembre 1943) consentirono di scacciare le forze tedesche della Wehrmacht, grazie al sacrificio di militari ma soprattutto di tanti civili, molti giovanissimi. Ai quartieri del Vomero e dell'Arenella, lì dove la scintilla della resistenza scoccò per prima, ci sono molte zone e lapidi che ricordano i partigiani.
Via don Luigi Sturzo, dedicata al fondatore del Partito Popolare Italiano, fervente antifascista, porta i segni delle Quattro Giornate. Lì vi è una lapide che ricorda la morte di otto partigiani alla Masseria Pezzalonga, tra cui il giovanissimo Adolfo Pansini, la cui storia è legata a quella del papà, il pittore Edoardo Pansini. Il giovane Adolfo, appena diciottenne, fu recluso per aver organizzato raduni antifascisti e due anni dopo cadde, armi in pugno, nelle Quattro Giornate contro «la tirannide nazi-fascista» come recita la lapide sotto cui viene apposta, ogni anno, una corona del Comune di Napoli.
Oggi, ottantesimo anniversario della Festa di Liberazione, in risposta al contestatissimo invito «alla sobrietà» delle celebrazioni delle forze dell'attuale governo, retto da una maggioranza di destra, in rispetto ai cinque giorni di lutto per la morte del Pontefice Papa Francesco, sotto la lapide che ricorda gli uccisi nel tentativo di tenere in scacco l'invasore tedesco costringendolo alla definitiva ritirata dalla città, è comparso un sarcastico ma chiarissimo striscione: «Sobri. Ma sempre antifascisti».