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La situazione Covid in Campania: è attesa per le chiusure nel nuovo Dpcm

Occhi puntati non più a Napoli ma a Roma: le grandi decisioni per novembre e dicembre non le prenderà più in solitudine Vincenzo De Luca in Campania ma dovrà necessariamente lasciar fare al governo che ha pronto l’ennesimo Dpcm con nuove limitazioni nazionali e territoriali (queste ultime nelle zone italiane a maggior numero di focolai e contagi).
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La situazione Covid in Campania attuale la si può vedere attraverso due indicatori: il primo è  quello epidemiologico. Contiene i contagi day-by-day  (ieri sono stati 3.669 su 20.860 tamponi) il secondo è il rapporto tra contagiati e numero di tamponi effettuati (ieri 17,59%), il terzo è l'indice Rt che in Campania è sopra 1,25 con 154 focolai attivi ma, avverte l'Istituto Superiore di Sanità, potrebbe essere sottostimato perché i dati affluiscono con lentezza dalle Asl ai centri incaricati di mappare l'epidemia.

Il secondo indicatore è quello dei provvedimenti di limitazioni degli spostamenti privati: le Ordinanze del Presidente della Regione Campania ad oggi sono 87. Prevedono obbligo di mascherine, blocco degli spostamenti tra province fino al 14 novembre, chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, coprifuoco alle ore 23 e a loro si aggiungono i decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri con altre limitazioni. Per adesso, in Campania sono tre le città in cui è stata istituita la zona rossa, una sorta di lockdown limitato: si tratta di Arzano, nella provincia di Napoli, e di Marcianise ed Orta di Atella, nella provincia di Caserta.

Cosa succederà tra oggi e lunedì? Non bisogna più guardare a Napoli, bisogna guardare a Roma. Anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca si è reso conto che sbraitare serve a poco se non c'è un provvedimento condiviso a livello nazionale. E così, dopo aver preso schiaffoni politici su scuole e sulle sue colorite affermazioni anti-mamme e bambini dovrà fare come il resto d'Italia: attendere le decisioni del governo. Pungolarle, contestarle, puntellarle di proposte, aggiungere provvedimenti più restrittivi dopo, ma ora dovrà attendere.  Ieri pomeriggio nella riunione dei ministri Boccia e Speranza con Regioni, Comuni e Province sulle misure del prossimo Dpcm-anti Covid le Regioni hanno chiesto misure uniformi per tutta Italia. Le ipotesi sono il blocco degli spostamenti fra regioni e pure alcuni lockdown territoriali nei posti in cui Rt e focolai (ma anche più semplicemente il numero di morti) stanno aumentando vertiginosamente.

E oggi si lavorerà a misure territoriali e nazionali, anche domani si farà lo stesso per evitare l'ennesimo Dpcm-patchwork  (in napoletano: «pezza a colore»). E la Campania?  All'ombra del Vesuvio abbiamo due problemi: il primo è stabilire con precisione dove si deve intervenire. I sindaci, chiedono «chiusure pianificate in maniera chiara sulla base del rischio». Quello di Napoli, Luigi De Magistris, chiede addirittura di non chiudere proprio: «arrivare adesso a un lockdown sarebbe una sconfitta». Ma i contagi corrono e proprio nella provincia di Napoli ce ne sono più che nel resto della Campania, seguita da quella di Caserta.

Sul fronte dei posti letto sono stati riallestite le tende da campo pre-triage al Cardarelli: ospiteranno pazienti Covid che necessitano di osservazione ma non hanno gravi sintomi. I posti Covid stanno aumentando, ma la sanità campana che si è paralizzata su tutto il resto. E questo nei mesi a venire peserà tantissimo.

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