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Si addormenta con il cellulare sotto carica: detenuto scoperto con il telefono nel carcere di Avellino

A riportare la notizia è il Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che chiede anche l’inasprimento delle pene per i detenuti che introducono cellulari nelle carceri.
A cura di Valerio Papadia
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È all'ordine del giorno, un'abitudine che abbiamo tutti, lasciare il cellulare in carica durante la notte mentre dormiamo. E lo ha fatto anche il protagonista di questo fatto di cronaca. Peccato fosse un detenuto nel carcere di Avellino, impossibilitato quindi a possedere un cellulare. A riferire la notizia è il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, nella figura della segretaria regionale Tiziana Guacci: un agente, durante il giro di controllo notturno, ha notato il detenuto dormire sul pavimento della cella e, di fianco a lui, il telefono cellulare attaccato con il caricabatterie al televisore; il telefono era dotato di scheda sim, quindi correttamente funzionante.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, che ha dichiarato: "L'inasprimento delle pene per i detenuti che introducono in carcere telefoni cellulari non ha sortito gli effetti sperati: è invece necessario dotare le carceri di sistemi di schermatura per contrastarne l'utilizzo". L'inasprimento a cui fa riferimento il segretario del sindacato è l'aumento della pena da uno a quattro anni di reclusione.

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