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Si accorda col clan per la percentuale sulla truffa, poi chiede: “Dite agli spacciatori di non urlare”

I Sorianiello avrebbero imposto una tangente del 25% su una truffa da 80mila euro ad una banca; i soldi sarebbero stati incassati con un bancomat.
A cura di Nico Falco
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Il clan Sorianiello avrebbe imposto una tangente del 25% su una truffa che una donna aveva messo a segno presso un istituto bancario, facendosi erogare un mutuo da 80mila euro con documenti falsi. A conti fatti, nelle casse del clan sarebbero finiti 20mila euro. Da prelevare comodamente col bancomat collegato al conto su cui erano stati versati i soldi. Dopo l'accordo, però, la donna chiede se fosse possibile far abbassare la voce nella piazza di spaccio, perché abita proprio lì vicino. Emerge dall'ordinanza eseguita oggi dai carabinieri nel Rione Traiano contro il clan guidato da Alfredo Sorianiello "il Biondo", ritenuto tra i principali, e sicuramente meglio armati, del complesso popolare di Soccavo.

La tangente sulla truffa in banca da 80mila euro

L'episodio viene ricostruito nell'ordinanza. A parlare, intercettati, sono Simone Sorianiello, figlio di Alfredo (entrambi tra i destinatari della misura), e la donna. Il ragazzo chiede "a che punto sta questa cosa", lei gli risponde che c'è da attendere i tempi tecnici per l'erogazione del mutuo. Spiega che i soldi, per 80mila euro totali, sono stati concessi dalla banca alla figlia e al genero con documenti falsi, facendo risultare entrambi assunti con una buona busta paga.

Una volta arrivati i soldi, spiega ancora la donna, non ci saranno problemi: il clan avrà la sua parte, senza alcun problemi. E spiega il sistema che ha pensato di utilizzare: farà attivare una scheda bancomat collegata ad un altro suo conto, con prelievo mensile di circa 2mila euro massimo, e la consegnerà direttamente a qualcuno del gruppo criminale, che così potrà, autonomamente, prelevare fino ad arrivare ai 20mila euro pattuiti.

Il favore chiesto al figlio del boss

Quando si congedano, la donna ha però una richiesta da fare al ragazzo: lei abita proprio sopra la piazza di spaccio e la notte non riesce a dormire perché i pusher urlano. Spiega che "hanno delle voci esagerate" e che continuano anche "alle 3, alle 4 di notte, non ci sta orario", e che in casa loro le voci si sentono "chiaro chiaro", specialmente in camera della figlia, che è proprio sopra il gruppetto. E chiede l'intercessione affinché abbassino la voce, almeno di notte.

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