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Sequestro lampo del 15enne, la Procura analizza le attività del padre imprenditore

Pochi giorni prima di Pasqua gli investigatori hanno perquisito l’abitazione del padre del ragazzino; sequestrati alcuni documenti, focus sui contatti lavorativi.
A cura di Nico Falco
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Potrebbe essere nelle attività imprenditoriali del padre la chiave del sequestro lampo andato in scena l'8 aprile a San Giorgio a Cremano (Napoli), quando un ragazzino di 15 anni è stato rapito mentre andava a scuola e tenuto in ostaggio fino al pomeriggio, quando, probabilmente sovrastati dalla pressione investigativa, i criminali lo hanno rilasciato; per quella vicenda è finito in carcere un ex dipendente del padre ma gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura (pm Woodcock), sono ancora al lavoro per fare luce sui retroscena e sui complici.

Acquisiti i documenti delle attività del padre

Pochi giorni prima di Pasqua la Polizia di Stato ha effettuato una perquisizione in casa dell'imprenditore, a Barra. A quanto si apprende, sarebbe stata acquisita in particolare la documentazione relativa alle attività imprenditoriali del padre. Sulle indagini, naturalmente, vige il più stretto riserbo ma, dal tipo di materiale prelevato, si può ipotizzare che l'attenzione degli inquirenti si stia focalizzando sul lavoro e sui contatti del padre. Di sicuro chi ha rapito il ragazzino sapeva, o almeno riteneva, che l'uomo avesse una grossa disponibilità di denaro: il riscatto richiesto era di un milione e mezzo di euro. Ragionando in quest'ottica, è possibile che la Procura sia alla ricerca di eventuali collegamenti, anche inconsapevoli, con quegli ambienti in cui la malavita organizzata si mescola con l'imprenditoria.

Le indagini sui complici del sequestro a San Giorgio a Cremano

Del rapimento esiste un video, registrato da una telecamera di sorveglianza di San Giorgio a Cremano. Si vedono le prime fasi: due uomini che obbligano il ragazzino a salire in un van bianco e lo portano via. Quello che è successo dopo lo hanno ricostruito gli investigatori: due cambi di auto, una casa di Barra usata per tenere il ragazzo sequestrato una decina di ore, legato a una sedia e incappucciato, fino alla liberazione, nel pomeriggio, e all'arresto del 24enne Pacheco Amaral de Oliveira, natali tedeschi ma sempre vissuto a San Giorgio a Cremano, trovato in possesso del telefono che per tutto il giorno era stato usato per tenersi in contatto con la famiglia della giovanissima vittima.

A colpire particolarmente gli investigatori, le modalità del rapimento, ritenute anomale. Potrebbe essere stato il tentativo del "colpo della vita" da parte di una banda di sbandati che si sono poi resi conto di non essere in grado di gestire una situazione così delicata, ma non si esclude che dietro possa esserci un disegno più organizzato.

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