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Sequestro inchiesta Fanpage, la candidata sindaco Clemente: “No alle censure alla stampa”

La candidata sindaco a Napoli, Alessandra Clemente: “Solidarietà alla redazione di fanpage.it per aver subito l’inspiegabile oscuramento dell’inchiesta giornalistica “Follow the Money”, sulle vicende giudiziarie che riguardano la Lega e i famosi 49 milioni di euro. Si faccia presto chiarezza. Difendiamo la Costituzione”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Non c’è libertà di stampa dove c’è una censura preventiva e non c’è democrazia dove non c’è libertà di stampa. Solidarietà alla redazione di fanpage.it per aver subito l’inspiegabile oscuramento dell’inchiesta giornalistica “Follow the Money”, sulle vicende giudiziarie che riguardano la Lega e i famosi 49 milioni di euro. Si faccia presto chiarezza sull’episodio e sempre tenendo presenti i valori fondanti della Repubblica e della nostra Costituzione". Non ha dubbi Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo vittima di camorra, ex assessore della giunta De Magistris e candidata sindaco alle prossime elezioni comunali di Napoli del 3 e 4 ottobre prossimo.

L'ex esponente della giunta arancione ha voluto manifestare piena solidarietà alla redazione del giornale Fanpage.it per questa vicenda che crea un precedente pericoloso per la libertà di stampa in tutt'Italia. Mentre sui social è partito l'hashtag #IOSTOCONFANPAGE, che sta raccogliendo migliaia di adesioni.

Ieri, la redazione di Fanpage.it ha ricevuto la notifica di un decreto del Gip di Roma che dispone il sequestro, mediante oscuramento, dei video che contengono l’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e i fondi della Lega. "In quell’inchiesta – ha sottolineato il direttore della testata giornalistica online, Francesco Cancellato, avevamo mostrato un video in cui l’onorevole Claudio Durigon diceva a un suo interlocutore che non bisognava preoccuparsi dell’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni di Euro che la Lega avrebbe sottratto allo Stato italiano perché il generale della guardia di finanza “l’abbiamo messo noi”. Si tratta di un provvedimento che rimanda a pratiche mai utilizzate in Italia che limita la libertà di stampa e che ci riguarda tutti. Per questo non possiamo stare in silenzio. Come giornalisti, come lettori e come cittadini".

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