“Sequestrate la mia ex, vi dò 500 euro”: il 19enne arrestato è nipote del boss Polifemo
Era il nipote di "Polifemo", al secolo Antonio Ranieri, defunto boss dei Quartieri Spagnoli, ed era cresciuto proprio nel suo mito: foto con le pistole, atteggiamenti da camorrista. Che si riflettevano anche nella vita sentimentale: quando la ex lo aveva lasciato, esasperata proprio dai suoi comportamenti, erano partite le minacce. E le promesse agli amici su Instagram: "A chi va a ballare e incontra la mia ex… sequestratela, vi dò 500 euro".
Retroscena dell'arresto del 19enne napoletano Roberto Antini, finito in manette con l'accusa di stalking proprio per l'incubo in cui aveva fatto piombare la ragazza e la sua famiglia, che niente avevano a che fare con il mondo criminale. Il giovanissimo è stato arrestato dai carabinieri e le accuse si sommano a quelle di rapina e lesioni aggravate notificategli qualche giorno fa, per avere spaccato una bottiglia in testa a un commerciante che aveva appena rapinato. E a novembre aveva aggredito anche la madre e un medico dell'Ospedale del Mare, dove era stato portato per una crisi psicomotoria.
L'arrestato 19enne nipote del boss Polifemo
Dal nonno materno, ucciso nell'ottobre 1999 in un agguato e che quindi non aveva mai conosciuto, il giovane aveva ereditato anche il soprannome. O, meglio, se lo era auto appiccicato addosso, per evocare quella figura che ha ancora un peso tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Come aveva fatto in uno dei messaggi inviati alla ex e ora agli atti: "vai a ritirare le denunce… prendo tutta la benzina e vi incendio casa… ma se arriva il 31 dicembre io, sull'anima del nonno, non restare a casa perché questa casa non la tieni più…".
Quando il rapporto si era interrotto, il giovane era arrivato a lanciare "una taglia": 500 euro a chiunque avesse visto la sua ex in discoteca e l'avesse sequestrata. E un avvertimento: per chi solo la guardava, era pronta "una pioggia di proiettili".
"Io ti uccido, uccido tuo padre, devi stare con. me"
Le vessazioni erano cominciate quando i due stavano ancora insieme. La giovane veniva controllata in modo asfissiante, e questo valeva anche per le interazioni sui social: "Togli i contatti dei maschi dalla rubrica e dai social. Non frequentare le amiche e non vestirti in modo vistoso. Io ti uccido, uccido tuo padre, devi stare con me".
La ragazza ormai usciva raramente di casa, soltanto accompagnata da qualche parente, e non andava nemmeno più al lavoro. Nel mirino di "Polifemo", oltre al padre, ci era finito anche un ex fidanzato che da tempo non aveva più contatti con la giovane.
Per quelle minacce, anche di morte e che coinvolgevano anche i suoi familiari, la ragazza aveva chiesto aiuto ai carabinieri diverse volte e le era stato fornito il "Mobile Angel", l'orologio anti violenza specifico contro lo stalking che serve a mandare un allarme istantaneo in caso di pericolo. E il dispositivo era stato attivato quattro o cinque volte. Finché la Procura (sezione "Fasce deboli") non ha chiesto l'arresto, che è stato disposto dal gip per le "plurime e reiterate" condotte minatorie, morbose e moleste.