Sequestrata lavanderia industriale a Napoli, serviva hotel di lusso, ristoranti, ospedali e navi

Sequestrata una grande lavanderia industriale a Napoli, che serve hotel di lusso, ristoranti, ospedali, enti e strutture militari e compagnie di navigazione nella provincia partenopea. Sigilli all’intero impianto produttivo che si trova a Secondigliano, quartiere dell'area nord della città di Napoli, a quanto apprende Fanpage.it da fonti qualificate, compresi i macchinari, tra i quali lavatrici, essiccatori, vasche contenenti rifiuti, e le aree ed i rifiuti in esse rinvenuti.
L'operazione è scattata ieri mattina, 13 marzo 2025, ed ha visto coinvolti personale della Polizia Locale dell'Unità Operativa Secondigliano unitamente a personale della U.O. I.A.E.S e della U.O. Tutela Edilizia, e personale U.O. G.I.T. che hanno effettuato un intervento nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio, organizzati e condotti in collaborazione con il Commissariato Polizia di Stato di Secondigliano.
L'intervento, con il supporto dell'Ispettorato territoriale del lavoro, dell’ASL NA 1 Dipartimento di prevenzione UOSD prevenzione collettiva , ABC Controllo del territorio e tecnici Enel, per le verifiche di rispettiva competenza, ha avuto ad oggetto il controllo di una nota lavanderia industriale nel quartiere di Secondigliano, che si occupa dell'attività di lavaggio e noleggio biancheria per conto di ristoranti e alberghi di lusso del Napoletano, enti ospedalieri, sanità pubblica e privata, enti e strutture militari e compagnie di navigazione.
Cosa hanno trovato gli ispettori nell'impianto di Secondigliano
Diversi i rilievi accertati nel corso dell'ispezione. Il corpo di fabbrica principale dell’opificio, in piena attività, si presentava in pessime condizioni igienico sanitarie ( si riscontravano copiose infiltrazioni d’acqua, pavimenti sporchi, bagnati con piastrelle rotte, muri perimetrali scrostati, sporchi e infestati da muffa, carrelli adibiti al trasporto della biancheria sporchi di escrementi di volatili, scarsa igiene del locale wc e assenza di acqua calda) pertanto l’ASL provvedeva ad imporre prescrizioni da adempiere nel termine di 15 giorni ;
In un locale adiacente il corpo di fabbrica principale, si riscontrava la presenza di una decina di taniche vuote e piene di detergenti professionali e di acidi, sacche di ipoclorito di sodio e altre sostanze, attrezzi e macchinari vecchi e in disuso, silos da cui fuoriusciva una sostanza, (presumibilmente acqua) che si riversava copiosamente al suolo, il locale adibito ad officina era destinato presumibilmente alla manutenzione degli impianti con materiali e rifiuti ferrosi. A richiesta veniva esibito Registro carico e scarico rifiuti mai utilizzato e mai compilato, contratto di raccolta e conferimento dei rifiuti ormai scaduto, non veniva prodotto alcun formulario per lo smaltimento dei rifiuti.
Pertanto, alla luce di quanto accertato e in mancanza di attestazioni dimostranti un corretto e tracciato smaltimento dei rifiuti prodotti, al fine di interrompere tale illecita gestione venutasi a configurare, si provvedeva al deferimento all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 256 dlgs 152/06 e a porre sotto sequestro ai sensi dell’art. 321 cpp l’intero impianto produttivo , compresi i macchinari ( tra i quali lavatrici, essiccatori, vasche contenenti rifiuti) le aree ed i rifiuti in esse rinvenuti;
Si riscontravano inoltre lavori edili in fase di esecuzione , consistenti nella bucatura di muratura portante in tufo, di metri 1,20 di larghezza, metri 2,50 di altezza e metri 0,50 di profondità, con piattabanda in ferro. Si sottoponeva a sequestro la suddetta bucatura ed il materiale di risulta, presumibilmente tufo, ricavato dalla predetta lavorazione e ammassato in due cumuli separati, posti a pochi metri dalla bucatura ed in prossimità dell'ingresso del capannone.
L’ispettorato del lavoro riscontrava e contestava la sussistenza di rischio elettrico ( non si rinvenivano quadretti elettrici, si rilevava la presenza di fili scoperti in prossimità dei macchinari ), l’assenza di qualsivoglia delimitazione dei macchinari o tracciato delle aree di transito di muletti e carrelli, assenza di documentazione tecnica relativa alla valutazione rischi, inadeguata o assente manutenzione dei macchinari dei quali veniva pertanto inibito l’utilizzo. Riscontrandosi inoltre la presenza di due distinte società, l’una con 5 dipendenti regolari, l’altra con 18 dipendenti, 3 dei quali non regolarmente assunti e per i quali non era stata effettuata alcuna visita medica preventiva provvedeva a sospendere l’attività con decorrenza immediata.