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Scuole chiuse in Campania: il Tar dice che le ordinanze di De Luca furono illegittime

Il Tar Campania ha stabilito che le ordinanze con cui, a inizio anno, il presidente della Regione Campania ha sospeso le attività didattiche sono illegittime.
A cura di Federica Grieco
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Le ordinanze emesse da Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, il 16 gennaio e il 27 febbraio 2021, relative alla sospensione delle attività didattiche in presenza, sono illegittime. È quanto ha stabilito il Tar della Campania, che ieri ha emesso una sentenza definitiva rispetto al ricorso presentato dal Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) regionale.

Serviva una "motivazione stringente e rafforzata"

Il Tar, nel dispositivo, ha stabilito che la «sospensione delle attività didattiche in presenza per la Regione Campania, in via generalizzata, nei periodi considerati nelle ordinanze restrittive, non ha tenuto conto della regolamentazione per ‘fasce' di rischio contenuta nella normativa statale». Nel dispositivo, si ricorda che la normativa nazionale aveva già operato il «bilanciamento tra diritto alla salute e diritto all'istruzione, nel senso di sacrificare il secondo al primo nei casi di maggior rischio (regioni ‘rosse') e, in via progressivamente più restrittiva, all'aumentare dell'età dei discenti (curando, ove possibile, il mantenimento della didattica in presenza per gli alunni più piccoli)».

Il Tar chiarisce che per giustificare un «regime più restrittivo» sarebbe stata necessaria «una motivazione stringente e rafforzata che avesse dato conto degli elementi diversi o sopravvenuti rispetto a quelli considerati dal Governo nazionale, come avrebbero potuto essere gli indici di aggravato rischio», sempre tenendo conto di «adeguata ponderazione delle situazioni di compressione dei diritti dei minori».

Con le ordinanze del 16 gennaio e del 27 febbraio, era stata disposta, per l'intero territorio regionale, la sospensione delle attività didattiche in presenza «dei servizi educativi per l'infanzia e dei servizi per l'infanzia (sistema integrato 0-6 anni), nonché delle scuole di ogni ordine e grado». Il riscorso del Codacons è stato presentato sulla spinta di un gruppo di genitori campani no dad, che aveva manifestato la propria contrarietà alla decisione del presidente della Regione Campania.

"Fu una ingiustizia"

«È arrivata la sentenza – scrive Clementina Sasso, ricercatrice e astrofisica all'Inaf-Oacn, che ha fatto parte del coordinamento scuole aperte, in un lungo post su Facebook – per cui io e tantissime persone con me (che ringrazio ad una ad una e sanno quanto gli voglio bene e tenga a loro) abbiamo passato nottate in bianco a lavorare e perso la salute perché non potevamo pensare all'ingiustizia che si stava compiendo ai danni dei nostri figli e giovani campani». Sasso ha spiegato che stanno valutando l'ipotesi di ricorrere al Consiglio di Stato, visto che «la richiesta di condannare la Regione a un risarcimento almeno simbolico verso i ricorrenti è invece stata respinta».

Anche l'associazione Scuole aperte Campania ha espresso «grande soddisfazione per l'accoglimento da parte del Tar della Campania del ricorso presentato, per il tramite degli avvocati Matteo Marchetti e Laura Clarizia, dal Codacons e da genitori, in rappresentanza della nostra associazione avverso le ordinanze regionali che avevano disposto la chiusura generalizzata delle scuole in tutta la Regione». Nel comunicato stampa, diffuso dall'associazione, si legge ancora: «Finalmente è stata ridata voce a tutti i minori campani che, a causa di tale illegittima disposizione, hanno subito danni gravi, spesso irreparabili».

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