“Scuole chiuse per allerta meteo, servono regole certe. Noi sindaci insultati e minacciati ogni giorno”
Con l'arrivo dei mesi invernali e i primi temporali, sono ritornate anche le allerte meteo diramate dalla protezione civile. Ogni volta che ne viene annunciata una o che c'è una proroga, si apre il totoscommesse sulla chiusura degli istituti scolastici da parte di alunni, genitori ed insegnanti. Un incubo per i sindaci che, subissati da messaggi, chiamate e richieste di chiarimento da parte della cittadinanza, devono decidere se mandare i ragazzi a scuola o sospendere le lezioni.
Una scelta non semplice, perché, al di là della goliardia e dei meme che circolano sui social, i primi cittadini devono farsi carico di far proseguire le attività scolastiche col rischio che poi possa verificarsi qualche incidente o di scegliere di chiudere gli istituti, facendo perdere agli alunni ore preziose di lezioni in presenza dopo mesi di didattica a distanza. Luca Capasso, sindaco di Ottaviano, in provincia di Napoli e presidente della Comunità del Parco Vesuvio, ha chiesto a Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania di fissare, assieme alla Protezione civile, regole certe sulla chiusura delle scuole e di altre strutture pubbliche in caso di allerta meteo arancione o di demandare questa responsabilità alla Protezione civile.
Sindaco, cosa chiede al presidente De Luca?
Chiediamo alla Regione Campania e alla Protezione civile regionale regole certe per stabilire la chiusura delle scuola. Non è che puoi annunciare l'allerta arancione arrivederci e grazie. O, in alternativa, deve essere la Protezione civile regionale a decidere se chiudere le scuole, i parchi, i cimiteri. Quindi quest’attività va fatta dalla Regione Campania e dalla Protezione civile senza demandare ai sindaci la responsabilità, perché all’interno della sala operativa della Regione Campania esistono figure specializzate, quali geologi, architetti, ingegneri. E poi mi faccia dire un'altra cosa…
Prego…
Un sindaco non ha questa lungimiranza o fa il Giuliacci (il colonnello Mario Giuliacci, meteorologo, ndr) della situazione che sa precisamente quanta pioggia cade. È vero che noi sappiamo se ci sono o meno problemi idrogeologici, però resta il fatto che sa cosa può succedere? Che se sta piovendo a dirotto e un bambino si fa male fuori alla scuola, domani mattina il sindaco è responsabile, penalmente anche. Poi tra l’altro non c’è mai una regia univoca: c’è un sindaco che chiude, l'altro no.
Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia, ha raccontato proprio a noi di Fanpage.it che riceve numerosi insulti quando non chiude le scuole. È accaduto anche a lei?
I sindaci che non chiudono vengono impallinati dalla fetta di ragazzi che, a volte anche scostumati, chiedono: «Ma perché lui chiude e tu no? Se io muoio me la prendo con te». Ho ricevuto insulti e anche alcune minacce di morte, tipo «Sindaco devi morire se non chiudi le scuole»: cose assurde che non voglio ripetere. È una cosa che accade a tutti i sindaci. Dall'altro lato ci sono i genitori che se la prendono quando vengono chiuse le scuola e mi dicono: «Sindaco domani i bambini li porto a casa vostra, perché non so dove portarli». Possiamo mai vivere così? Per carità ognuno si prende le sue responsabilità, se uno fa il sindaco è perché ha scelto di farlo non perché glielo hanno imposto, però deve esserci un criterio omogeneo: capita, ad esempio, che nella stessa area vesuviana ci siano due sindaci che decidono di chiudere e cinque no.
In definitiva, lei domani con l'allerta meteo chiuderà le scuole?
No. La prossima volta se non arriva una allerta rossa non decido nulla.