Scuola, domani studenti in piazza a Napoli: “La Regione deve rivedere la legge sul diritto allo studio”
Gli studenti napoletani tornano in piazza. Il 19 novembre, l'Unione degli studenti, associazione studentesca italiana, ha organizzato una manifestazione che partirà da piazza Garibaldi, dove si trova la stazione centrale, e si concluderà alle 12 circa presso la sede della Regione Campania, in via Santa Lucia. «Il 19 novembre – si legge nel comunicato stampa diffuso dall'associazione studentesca – scende in piazza la generazione che si è ritrovata la scuola sepolta dalle macerie che le istituzioni, dal nazionale al locale, ci hanno lasciato».
Gli studenti chiedono una scuola gratuita, sicura e inclusiva
Gli studenti partenopei che scenderanno in piazza chiedono, anzitutto, un'«istruzione accessibile», attraverso la modifica e il finanziamento della legge sul diritto regionale. «È imprescindibile – si legge in un post sulla pagina Facebook dell'Unione degli studenti – rendere totalmente gratuito il sistema scolastico campano, riaggiornando la legge sul diritto allo studio in Campania per esprimere nuovi bisogni e necessità».
Chiedono poi un «scuola sicura, accessibile e inclusiva», con investimenti destinati a mettere in sicurezza le strutture scolastiche e dove si presti particolare attenzione alla salute psicologica dei ragazzi. Inoltre, la protesta è volta anche ad ottenere «un maggior investimento sul trasporto», che tra i suoi numerosi utenti conta tanti studenti, affinché questo possa diventare gratuito, rispettoso dell'ambiente ed efficiente.
«Siamo gli studenti che, dopo due anni di pandemia, ritornano a scuola com'è stata lasciata precedentemente, con tutte le problematiche strutturali preesistenti», si legge ancora nel comunicato. «La nostra regione – ricorda l'Unione degli studenti – conta un tasso di dispersione scolastica maggiore rispetto alla media nazionale (circa il 18%) e non esistono politiche di contrasto a questo fenomeno». L'arrivo in piazza degli studenti è un modo quindi per «denunciare la malagestione della pandemia e della scuola, nel momento in cui tutti i problemi strutturali del sistema scolastico si sono evidenziati maggiormente e non si è voluto apportare un cambiamento totale».