Scoperta una necropoli dell’età del ferro durante gli scavi per la Napoli-Bari: c’è un tesoro principesco
Ad Amorosi, in provincia di Benevento, è stata scoperta una Necropoli dell'Età del Ferro (VIII secolo aC) durante gli scavi della Stazione Elettrica di Terna che servirà l'alta velocità Napoli-Bari. All'interno del sito archeologico sono stati rinvenuti tesori di valore inestimabile e di rango principesco. Armi, ma anche vasi e gioielli.
La Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, ha presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa presso il Comune di Amorosi, l’eccezionale rinvenimento di una necropoli di epoca preromana ad Amorosi nella Valle Telesina, caratterizzata da ricchi corredi funebri.
L’evento ha visto la partecipazione di Carmine Cacchillo, Sindaco di Amorosi; il parlamentare Francesco Maria Rubano; Gennaro Leva, Soprintendente ABAP per le province di Caserta e Benevento; Andrea Martelli, Funzionario Archeologo SABAP per le province di Caserta e Benevento; Michela Frapporti, Responsabile Unità di Archeologia in Sviluppo Progetti di Terna; Chiara Pietraggi, Responsabile Unità di Autorizzazioni e Concertazione Centro Sud Area Tirrenica di Terna.
La scoperta durante gli scavi della stazione elettrica Terna
La necropoli è stata rinvenuta in occasione delle attività di indagine preventiva e di scavo archeologico nell’area in cui sorgerà la futura stazione elettrica di Terna, funzionale alla connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale della Rete Ferroviaria Italiana per l’Alta Velocità “Napoli-Bari”, nello specifico della tratta “Frasso Telesino – Telese”. L’intervento di Terna, attualmente in iter autorizzativo, comprende complessivamente anche la realizzazione di una seconda stazione elettrica, nel comune di Telese Terme, e i collegamenti delle nuove stazioni con la rete di distribuzione locale oltre quelli tra le stesse.
Durante la verifica preventiva dell’interesse archeologico nell’ambito del processo di progettazione dell’opera, condotta dalla committenza Terna con la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, è stata portata alla luce una estesa area archeologica, posta nelle vicinanze del fiume Volturno. Sulla base delle evidenze riscontrate durante la prima fase di cantiere, sono stati avviati scavi archeologici estensivi per la verifica della consistenza e della conservazione del contesto archeologico.
Scavate 88 sepolture dell'VIII secolo avanti Cristo
Seppure lo scavo del sito abbia messo in luce vari livelli di frequentazione, dall’epoca preistorica fino all’età tardo antica, le evidenze archeologiche meglio conservate riguardano la grande area funeraria, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.).
Trovati armi, vasi e gioielli
Sono state scavate complessivamente 88 sepolture su una superficie di circa 13.000 mq. I contesti erano riferibili alla cosiddetta “Cultura delle tombe a fossa” che caratterizza la Campania interna prima dell’emergere dei Sanniti. I corredi funerari presentavano differenze di genere, nelle tombe maschili erano presenti armi, mentre in quelle femminili ricche parure composte da oggetti di ornamento in bronzo come fibule, bracciali, pendagli, elementi in ambra e osso lavorato. Nei corredi ricorrevano anche grandi quantità di vasi di forme differenti, spesso impilati gli uni sugli altri, deposti generalmente ai piedi del defunto in uno spazio riservato.
Alcune sepolture si distinguevano per caratteri di eccezionalità con la presenza di oggetti di particolare prestigio, come un grande cinturone in bronzo riccamente decorato o vasi in bronzo laminato che richiamano le sepolture di rango principesco attestate in Campania in epoca orientalizzante. L’elemento di maggiore monumentalità è costituito però da due grandi sepolture a tumulo caratterizzate dalla presenza di imponenti circoli dal diametro di circa 15 metri che erano certamente pertinenti ad esponenti dell’élite della società dell’epoca.
Vista l’importanza dei rinvenimenti, la Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento ha chiesto il sostegno di Terna per l’avvio di un vasto progetto di studio e documentazione delle evidenze individuate, avvalendosi di professionisti ed esperti che hanno svolto attività di microscavo delle terre interne ai contenitori recuperati e di restauro preliminare dei materiali, di analisi antropologiche dei resti ossei e di analisi archeobotaniche dei terreni in un magazzino-laboratorio appositamente allestito in locali messi a disposizione dal Comune di Amorosi.
La Soprintendenza di Caserta e Benevento è impegnata con il sostegno di Terna e la collaborazione dei Comuni di Amorosi e Puglianello nell’organizzazione di eventi di comunicazione ed esposizione preliminare dei risultati degli scavi e nella direzione dell’ampio progetto finalizzato allo studio, al restauro e alla valorizzazione del grande patrimonio archeologico rinvenuto.
Al fine di armonizzare l’esigenza di tutela del patrimonio archeologico e, allo stesso tempo, di realizzare infrastrutture elettriche fondamentali per lo sviluppo del Paese, Terna si è dotata di un apposito presidio tematico legato all’archeologia preventiva. L’Unità di Archeologia, infatti, lavora a supporto di tutta l’azienda con l’obiettivo di utilizzare l’archeologia preventiva come strumento per definire le azioni progettuali e individuare le migliori soluzione in accordo con le Soprintendenze. L’integrazione dell’archeologia preventiva nei diversi livelli di progettazione, quindi, parte da un attento studio del territorio già dalle primissime fasi di fattibilità e fino alla realizzazione dell’opera e alla restituzione al territorio di manufatti, informazioni, documenti e conoscenze che sono patrimonio di tutti. Il caso di Amorosi è un esempio concreto di questa proficua e sinergica collaborazione tra Committenza ed Enti coinvolti nell’importante processo autorizzativo.