Il ministro dell’Interno Lamorgese: “A Napoli violenze organizzate, non normali cittadini”. Scooter contro agenti

Dal palazzo del Viminale, sede del ministero dell'Interno, il flusso di informazioni, foto, video (anche quelli dei giornali) sugli scontri contro il coprifuoco di ieri a Napoli consolidano una serie di informazioni che sono sintetizzate in una dichiarazione del ministro Luciana Lamorgese: "La guerriglia urbana e le aggressioni alle forze di polizia ieri sera a Napoli nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica", esordisce. "Sono inaccettabili e da condannare con la massima fermezza gli atti di violenza organizzati come quelli accaduti ieri sera a Napoli, sui quali la Procura sta già indagando. Esprimo la solidarietà e la vicinanza agli appartenenti alle Forze dell'ordine, alla polizia locale e ai militari che sono stati aggrediti e in alcuni casi sono rimasti feriti nelle strade del capoluogo partenopeo durante veri e propri episodi di guerriglia urbana".
In mattinata il prefetto di Napoli Marco Valentini ha convocato il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza chiedendo una interlocuzione anche le principali forze politiche. L'obiettivo è scongiurare che qualcuno continui a soffiare sulla rabbia, la paura e l'esasperazione dei cittadini rendendo quotidiane le violenze allo scoccare delle ore 23. "Ieri sera le Forze di polizia, che ringrazio per la dedizione, la professionalità. e l'equilibrio con cui stanno svolgendo funzioni molto delicate – conclude Lamorgese – hanno dovuto fronteggiare attacchi preordinati che hanno colpito anche alcuni giornalisti impegnati nel difficile e doveroso compito di assicurare la libera informazione ai cittadini".
Poco prima il viceministro all'Interno con delega alla Pubblica sicurezza, Matteo Mauri aveva delineato un quadro chiaro: Durante le fasi degli scontri di ieri sera a Napoli decine di scooter sono stati usati dai manifestanti per ostacolare e ritardare l'intervento delle forze dell'ordine. È uno degli elementi che emergono dalle indagini della Digos, e che delineano il carattere di una "azione preordinata. "Si tratta di delinquenti che risponderanno per quello che hanno fatto".