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Sciopero dei tabaccai contro il Green Pass: “Misura utile ma da noi controlli impossibili”

A Fanpage.it parla il presidente provinciale di Napoli della Federazione Italiana Tabaccai, Francesco Marigliano. “Da noi impossibile controllare i green pass”.
Intervista a Francesco Marigliano
Presidente Provinciale di Napoli della Federazione Italiana Tabaccai (FIT).
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I tabaccai italiani verso lo sciopero: la Federazione Italiana Tabaccai non ha preso di buon grado l'obbligo del green pass anche presso le tabaccherie, che a loro dire sarebbe impossibile da controllare. Anche se una data per ora non c'è ancora, e si procede ad una trattativa con il governo, a Fanpage.it è intervenuto Francesco Marigliano, presidente provinciale a Napoli della Federazione Italiana Tabaccai, che ha spiegato la posizione della Fit, i problemi legati alla verifica del green pass da parte dei tabaccai e soprattutto i prossimi sviluppi dell'agitazione anche a livello nazionale. "Perché per noi, sia chiaro, il problema è l'obbligo di controllo, non il green pass".

Come nasce questa idea di uno sciopero a livello nazionale?

Nasce da una impossibilità oggettiva: quella di poter assolvere a quest'obbligo di controllo dei green pass. Non è una questione di principio, ma di buonsenso: noi sappiamo come ogni giorno i cittadini frequentano le nostre tabaccherie. E non possiamo che immaginare il caos che quest'obbligo porterà. Noi lo abbiamo fatto presente nei giorni scorsi al Governo: si tratta di una tipologia di attività particolare, non possiamo essere paragonati ad altri tipi di negozi dove è più semplice procedere ad un controllo del green pass, visto che ci sono ingressi più contingentati.

Tuttavia il vostro non è un "no" al green pass come tale.

No, assolutamente. Noi capiamo che il green pass sia uno strumento utile per contrastare la pandemia, sia chiaro. Però in attività come le nostre, dove un'operazione di vendita dura mediamente molto meno del controllo stesso del green pass. Si tratta di operazioni veloci, come la vendita di una marca da bollo, il pagamento di un bollettino, una ricarica telefonica, un pacchetto di sigarette.. tutte estremamente veloci. Tra l'altro, due anni fa le nostre attività erano considerate essenziali, oggi no: qual è il motivo? Nessuno ce lo ha detto. E per di più due anni fa non avevamo nemmeno il vaccino disponibile, oggi siamo vaccinati. All'epoca bastava un caso positivo per chiudere un ufficio, noi eravamo aperti per pagare bollette, ricaricare i cellulari, tutte attività considerate appunto essenziali per i cittadini. Anche tanti anziani fanno affidamento su di noi, per tanti motivi facilmente immaginabili. E quante autocertificazioni si sono stampate dai tabaccai nei periodi in cui non si poteva neanche uscire dal proprio comune? Ecco, dimenticare tutto questo ci ha fatto un po' arrabbiare, come categoria.

Qual è ora il prossimo passo della Federazione?

Noi ora attenderemo le risposte del Governo alle problematiche che abbiamo sollevato. Attenderemo quelle e poi valuteremo di conseguenza. Noi non decidiamo di scioperare improvvisamente, anche perché abbiamo responsabilità nei confronti dei cittadini che utilizzano i nostri servizi. Ma dobbiamo anche evitare il caos che l'obbligo del controllo dei green pass nei nostri locali comporterebbe. Se non ci saranno aperture in questo senso, pensiamo di presentare ricorsi contro questa misura, perché allo stato attuale quest'obbligo non ci permetterà di lavorare.

In Campania qual è la situazione dei tabaccai di fronte a questo obbligo?

Da noi, e in particolare a Napoli e provincia, questo potrebbe comportare effetti ancora più gravi: pensiamo a quante persone potrebbero avvicinarsi al mercato clandestino delle sigarette, che in alcuni comuni della provincia è ancora ben attivo con le classiche bancarelle in strada. Senza dimenticare un altro dettaglio: da noi quasi tutte le tabaccherie sono blindate, per fronteggiare la criminalità. Oggi le obblighiamo ad "aprire" questa blindatura per verificare i green pass. Mi rendo conto che questo problema potrebbe essere considerato locale, e non diffuso in tutte le città. Ma sono problemi che dobbiamo sollevare. Non può spettare a noi il controllo del certificato vaccinale: è impensabile che un tabaccaio debba sospendere il suo lavoro per controllare il green pass dei clienti.

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