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Sciolto per camorra il comune di San Giuseppe Vesuviano, è la terza volta

Sciolto per infiltrazioni camorristiche il comune di San Giuseppe Vesuviano: è la terza volta. Il sindaco Catapano non ci sta: “Ci rivolgeremo al Tar”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il Consiglio dei Ministri ha sciolto per camorra il comune di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli: è la terza volta nella storia del comune, dopo gli scioglimenti del 1993 e del 2009, sempre per i medesimi motivi. Termina così con un anno d'anticipo il mandato di Vincenzo Catapano, eletto nel 2018 a capo di una serie di liste civiche ma da sempre considerato uomo forte della Lega di Matteo Salvini in Campania. Ora il decreto firmato dal Consiglio dei Ministri passa al Presidente della Repubblica per la firma finale, poi si attenderà il nome del commissario prefettizio che guiderà il comune a nuove elezioni.

Catapano annuncia il ricorso al Tar

Il sindaco Catapano non ci sta, e poco dopo l'ufficializzazione dello scioglimento del consiglio comunale prende le distanze dalla decisione del Governo e ribadisce che "per noi parlano anni di lotta chiara ed aperta alla criminalità organizzata, per noi parlano i comizi in cui personalmente affermai che non avremmo mai chiesto e mai voluto i voti della camorra, per noi parlano chiaro le denunce fatte all’Autorità Giudiziarie ed alla D.D.A. competente nei confronti di diversi elementi collegati ed appartenenti alla criminalità organizzata locale", ha spiegato in una nota. Il sindaco rivendica un ruolo forte nel contrasto alla criminalità organizzata sul territorio di San Giuseppe Vesuviano, e così annuncia anche che "faremo valere questa e tante altre fondate ragioni dinanzi al Tar, dove cercheremo di ripristinare la verità".

Vincenzo Catapano
Vincenzo Catapano

La nota del sindaco Catapano

Questa la nota completa del sindaco Vincenzo Catapano un'ora dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere il comune di San Giuseppe Vesuviano per infiltrazione camorristiche:

Un'ora fa il Consiglio dei Ministri ha sciolto il consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano per infiltrazioni camorristiche.
Viene affermato che l'azione dell'amministrazione da me guidata sarebbe stata permeabile alla criminalità organizzata. Riteniamo che ciò non risponda al vero e che rappresenti una insopportabile ingiustizia.
Per noi parlano anni di lotta chiara ed aperta alla criminalità organizzata, per noi parlano i comizi in cui personalmente affermai che non avremmo mai chiesto e mai voluto i voti della camorra, per noi parlano chiaro le denunce fatte all’Autorità Giudiziarie ed alla D.D.A. competente nei confronti di diversi elementi collegati ed appartenenti alla criminalità organizzata locale ; per me parla chiaro l’essere stato testimone della Pubblica Accusa in un processo di criminalità organizzata; per noi parla chiara l'azione di tutti questi anni in cui abbiamo promosso decine di iniziative contro la camorra, ospitando anche il Procuratore Nazionale Antimafia e diversi Magistrati ed in cui ci siamo sempre costituiti parte civile in tutti i processi per associazione a delinquere, per noi parla chiaro l’aver profuso ogni sforzo per restituire alla città un bene confiscato alla criminalità organizzata ed aver dedicato una piazza a Falcone e Borsellino vittime della mafia, per sensibilizzare i nostri figli alla legalità, ma soprattutto e più di tutto per noi parla la nostra azione amministrativa, che rivendichiamo pulita, trasparente, onesta ed in contrasto alla criminalità organizzata.
Faremo valere questa e tante altre fondate ragioni dinanzi al T.A.R. dove cercheremo di ripristinare la Verità.
Non è solo un dovere che avvertiamo nei confronti di un'intera comunità , che viene mortificata da un provvedimento ingiusto e non aderente alla realtà, ma è un ricorso che facciamo alla GIUSTIZIA per ottenere un provvedimento che ripristini la verità e dimostri la correttezza della nostra amministrazione, che dobbiamo a noi, all'onore della nostra città ed all'onore dei nostri figli.

Ruotolo: "Questione criminale è questione nazionale"

Anche Sandro Ruotolo, senatore indipendente, è intervenuto sullo scioglimento del comune di San Giuseppe Vesuviano, spiegando che la "questione criminale è una questione nazionale". Lo ha fatto in una nota firmata assieme a Gilda Sportiello (parlamentare, Movimento 5 Stelle), Marco Sarracino (segretario metropolitano Pd Napoli), Francesco Dinacci (coordinatore metropolitano di Articolo Uno), Peppe De Cristoforo (Sinistra italiana), Don Gennaro Pagano (cappellano carcere minorile di Nisida), Nicola Ricci, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati (segretari Cgil, Cisl e Uil di Napoli) e lo scrittore Maurizio de Giovanni.

“Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”. Napoli rischia di non farcela. È emergenza democratica. La questione criminale è questione nazionale. Gli ultimi tre comuni sciolti per mafia dal consiglio dei ministri sono tutti della provincia di Napoli. Dopo Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, tocca ora a San Giuseppe Vesuviano. A quasi 150 mila abitanti di questi tre comuni è sospesa la democrazia. Siamo perciò di fronte a un'emergenza nazionale che riguarda la democrazia e il rispetto dei diritti costituzionali. Troppi territori dell’area metropolitana di Napoli sono terre di nessuno. Abbiamo bisogno di fronteggiare l’emergenza. Più uomini, più mezzi per combattere la camorra ma bisogna anche cominciare a intervenire sulle radici economiche e sociali da cui la camorra trae forza. Dispersione scolastica, mancanza di formazione, mancanza di lavoro. Non siamo all’anno zero ma certamente ci troviamo di fronte al rischio di assuefazione e di indifferenza che significa complicità con la camorra.
Se qualche forma di resistenza c’è stata in questi anni, lo dobbiamo soprattutto a quella società civile, a quelle associazioni di volontari, del terzo settore, impegnate nei cosiddetti quartieri a rischio, ad una parte della politica che ha deciso di affrontare il problema, resistendo e combattendo nonostante le difficoltà , lo dobbiamo al Vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, che ha lanciato il patto educativo raccolto dai ministri Bianchi e Lamorgese e dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Sono queste le energie di cui Napoli ha bisogno. Ma non ci siamo ancora.
C’è un interrogativo di fondo al quale dovremo tutti rispondere e riguarda la qualità e la formazione delle classi dirigenti. Quel “se sono potente io, siete potenti anche voi”, pronunciato dal candidato alle comunali di Palermo arrestato per il voto di scambio politico mafioso si traduce nella nostra realtà con gli scioglimenti dei consigli comunali. Bisogna sconfiggere cioè quell’idea della politica che promuove solo se stessa e che deve tornare ad essere al servizio della comunità.
C'è un quadro economico e sociale a dir poco allarmante che minaccia da vicino la stessa coesione sociale. Il tempo è finito. O si riducono le diseguaglianze economiche e sociali o si riduce il divario Nord-Sud o non ci sarà nessuna ripartenza dalla pandemia. Roma capisca la gravità della situazione perché rischiamo di compromettere definitivamente il destino di un’intera area del Paese.

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