Sciame sismico dei Campi Flegrei, aggiornamenti Ingv su quando avviene e quando finisce
La preoccupazione per l'attività bradisismica ai Campi Flegrei è ritornata fortissima in questi mesi del 2023 a causa dell'estenuante sequenza di scosse di terremoto, poche delle quali hanno superato magnitudo 3 e 4 scala Richter ma tutte molto superficiali, quindi avvertite in maniera intensa dalla popolazione tra Napoli Ovest e Pozzuoli.
L'ultima eruzione nei Campi Flegrei è avvenuto nel lontano 1538 ma la pericolosità della caldera vulcanica dei Campi Flegrei (letteralmente "campi che ardono") è ben nota a geologi e vulcanologi di tutto il mondo che studiano il fenomeno da tempo. Ora che si parla sempre più spesso del piano di evacuazione definito dalla Protezione Civile nel caso di rischio concreto e imminente ai Campi Flegrei è chiaro che sempre più persone vogliano capire quando una giornata o parte di una giornata è segnata dall'inizio di uno sciame sismico, ovvero un raggruppamento di scosse di terremoto che per essere definito «sciame sismico» devono verificarsi con determinate caratteristiche di intensità, in un certo numero e in un dato periodo.
L'Ingv, l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia italiano, l'ente istituzionale italiano cui è demandato monitoraggio, studio e controllo dei fenomeni vulcanici e sismici, ha fissato dei criteri specifici per sancire l'inizio di uno sciame.
Per i Campi Flegrei (così come per l'isola di Ischia) è dichiarato l'inizio di uno sciame sismico «quando ci sono 4 eventi in mezz’ora tutti di magnitudo superiore a zero e almeno un evento con magnitudo uguale o superiore a 1,5» oppure «10 eventi in un’ora tutti di magnitudo superiore a zero e almeno un evento con magnitudo superiore a 1».
Ci sono delle procedure di comunicazione ad hoc. Molti vogliono sapere entro quanto tempo l'Ingv comunica i terremoti (che ad oggi molte persone, evidentemente spaventate, già monitorano con delle app per smartphone che notificano ogni scossa). In caso di evento sismico primo Comunicato entro 5 minuti dal rilevamento dell’evento che riporta l’orario dell’evento che ha determinato l’emissione del Comunicato, la localizzazione automatica o l’area vulcanica di interessee la stima della magnitudo preliminare.
Poi «on appena possibile e comunque entro 30 minuti dal rilevamento dell’evento» un secondo comunicato con localizzazione e la magnitudo rivista dell’evento. In caso di sciame sismico primo comunicato preliminare entro 5 minuti dal rilevamento dell’evento (i 5 minuti decorrono dal superamento della soglia prevista per la definizione dello sciame) che riporta l’area di accadimento, l’ora di inizio dello sciame e la Magnitudo massima preliminare rilevata. Un secondo entro mezz'ora col numero preliminare degli eventi rilevati e l’elenco degli eventi localizzati con magnitudo maggiore o uguale a 1. Terzo comunicato entro 3 ore e altri «emessi ogni 6 ore a partire dal terzo comunicato». Quando viene dichiarato il termine sciame sismico, altra nota «dopo 3 ore dall’ultimo evento registrato con magnitudo a zero».