Scarcerato Vincenzo Di Lauro, figlio del superboss Paolo: mancano i “gravi indizi di colpevolezza”
È stato scarcerato ieri sera Vincenzo Di Lauro, finito in manette lo scorso 29 marzo, tra i destinatari di una misura cautelare per diversi omicidi avvenuti nella cosiddetta seconda faida di Scampia: per il Riesame "mancano i gravi indizi di colpevolezza". Il figlio secondogenito del superboss Paolo Di Lauro è tornato libero ieri sera, qualche ora dopo la decisione dei giudici.
Vincenzo Di Lauro, che sui libri paga del clan veniva identificato con la sigla F2, ovvero figlio numero due, è ritenuto dagli inquirenti reggente della cosca con roccaforte in via Cupa dell'Arco, a Secondigliano, Napoli Nord; avrebbe preso le redini del gruppo criminale in seguito all'arresto dei fratelli Cosimo (morto in carcere il 13 giugno 2022) e Marco (arrestato il 2 marzo 2019 dopo 14 anni di latitanza) e ne sarebbe attualmente la mente imprenditoriale.
Le indagini dei carabinieri avevano portato alla misura cautelare per 16 persone, eseguita il 29 marzo, e relativa ad otto omicidi avvenuti tra il 2007 e il 2008; gli agguati sono inquadrabili nella guerra di camorra scoppiata quando il gruppo della Vanella Grassi aveva deciso di abbandonare i Di Lauro e di passare dalla parte degli Scissionisti, gli Amato-Pagano.
Di Lauro, difeso dall'avvocato Antonio Abet, è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Luigi Giannino (ucciso il 13 luglio 2007); durante l'interrogatorio aveva negato ogni addebito. Dei 16 destinatari, solo lui e Salvatore Frate erano liberi; gli altri 14 erano già detenuti per altra causa e tra loro figurano vertici e gregari dei Di Lauro, degli Amato-Pagano e della Vanella Grassi.