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Tabaccaio ruba Gratta e vinci da mezzo milione a Napoli

Scarcerato il tabaccaio che rubò gratta e vinci a Napoli: “Incapace di intendere e di volere”

Gaetano Scutellaro, il tabaccaio che rubò il gratta e vinci di una cliente a Napoli, è stato scarcerato: al momento del furto era “parzialmente incapace di intendere e di volere”.
A cura di Nico Falco
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Gaetano Scutellaro ha lasciato il carcere: la perizia psichiatrica ha stabilito che il "tabaccaio" di Materdei, che alcuni mesi fa rubò un gratta e vinci da mezzo milione di euro a una cliente, in quel momento era " parzialmente incapace di intendere e di volere". Andrà lo stesso a processo, ma nell'attesa sarà agli arresti domiciliari, dove potrà ricevere cure adatte alle sue condizioni psicologiche.

La vicenda, anticipata da Fanpage.it, è quella salita alla ribalta delle cronache nazionali agli inizi del settembre scorso. Una donna di 77 anni aveva acquistato un biglietto della lotteria istantanea in una tabaccheria di Materdei e, quando lo aveva fatto controllare all'uomo dietro il bancone (in realtà l'esercizio è intestato a parenti di Scutellaro), lui con una scusa lo aveva infilato in tasca, era uscito, salito sullo scooter ed era scappato.

Ricercato dai carabinieri, Scutellaro era stato alla fine bloccato dalla Polizia di Frontiera nell'aeroporto di Fiumicino; era stato lui stesso a rivolgersi alle forze dell'ordine, con l'intenzione di denunciare quella che secondo lui era una calunnia: sosteneva di essere il legittimo proprietario di quel biglietto e smentiva quanto denunciato dalla donna. Le indagini avevano fatto emergere che, in realtà, la fortunata vincitrice era proprio l'anziana e che il "tabaccaio" aveva anche provato una trattativa con un parente della donna, offrendo la restituzione in cambio di parte della somma e del ritiro della denuncia.

L'avvocato di Scutellaro, Vincenzo Strazzullo, dal primo momento aveva sostenuto che il suo assistito fosse incapace di intendere e di volere e che le sue condizioni di salute lo rendevano incompatibile col carcere, dove non avrebbe potuto curarsi adeguatamente. Adele Masi, la psichiatra consulente del gip Marco Giordano, come riporta il Mattino, nella relazione della perizia psichiatrica ha avvallato quella tesi, sostenendo che l'uomo "era in uno stato di incapacità parziale di intendere e volere".

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