Scarcerato il boss Salvatore De Martino, è il capo degli XX di Ponticelli
Torna libero Salvatore De Martino, indicato dalla Procura come capo del gruppo degli XX del Rione Fiat di Ponticelli, Napoli Est; finito in manette due settimane fa in esecuzione di un fermo, il giovane è stato scarcerato dopo il vaglio del Riesame: i giudici hanno accolto le argomentazioni del suo legale, Stefano Sorrentino, che ha evidenziato delle discrepanze tra le intercettazioni e il racconto del collaboratore di giustizia Rosario Rolletta.
A Ponticelli la guerra di camorra tra i De Luca Bossa e i De Micco
Il ritorno di De Martino a Ponticelli rappresenta un ulteriore scossone per gli equilibri criminali, in un quartiere dove è in corso la guerra di camorra che vede il clan De Luca Bossa – Minichini – Casella contrapposto ai De Micco e ai De Martino. Nel marzo scorso era stato scarcerato Marco De Micco, il "Bodo", ritenuto a capo del clan; a lui era destinata la bomba fatta esplodere alla fine di settembre in via Piscettaro.
Agli inizi di ottobre erano stati cancellati gli ergastoli per Salvatore De Micco e Gennaro Volpicelli, imputati per il duplice omicidio di Gennaro Castaldi e Ciro Minichini, uccisi nel rione Conocal di Ponticelli nel 2013; il primo è ritenuto il reale obiettivo, inquadrabile nella faida tra i D'Amico e i De Micco, mentre il secondo, che era con Castaldi perché suo amico ma ritenuto estraneo a dinamiche di camorra, era il figlio del boss Ciro Minichini e di Anna De Luca Bossa, donna boss e sorella di Antonio De Luca Bossa, alias Tonino ‘o sicco, e fratellastro di Michele Minichini "Tiger".
Poche ore dopo l'assoluzione c'era stato l'omicidio di Carmine D'Onofrio, ammazzato in piena notte davanti alla fidanzata incinta di otto mesi. Il ragazzo, anche lui per gli inquirenti non coinvolto nella malavita organizzata, era il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello del boss ergastolano Antonio.
Torna libero Salvatore De Martino, il capo degli XX di Ponticelli
Salvatore De Martino era stato sottoposto a fermo lo scorso 11 ottobre; era accusato, insieme ad altre persone che sarebbero appartenenti al suo gruppo criminale, di avere picchiato una spacciatrice che si era rifiutata di versare denaro al clan; la circostanza era stata raccontata dal collaboratore Rolletta.
Il provvedimento non era stato convalidato dal gip Fabio Provvisier, che aveva però disposto ugualmente la custodia in carcere per De Martino, per i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e lesioni personali. Oltre a De Martino sono tornati liberi Francesco Pignatiello (difeso dagli avvocati Sorrentino e Giacomo Pace), Patrizia Di Natale e Maria Pignatiello (difesi dall'avvocato Pace).
Il gruppo di cui De Martino è ritenuto a capo è storicamente legato al clan De Micco; altro boss è il fratello Antonio, detenuto, accusato di due omicidi di rilievo: quello del capopiazza Salvatore Solla e della donna boss Nunzia D'Amico, la "Passilona". Il soprannome del clan, XX, nasce probabilmente sui social: Antonio De Martino usava contrassegnare così i suoi post; in seguito la lettera, raddoppiata, è diventata una sigla con cui "taggare" anche i muri di Ponticelli, in modo da non nominare direttamente il gruppo criminale.