San Gennaro, 5 cose che non sai del patrono di Napoli
Il 19 settembre la città di Napoli sarà in festa per il proprio protettore, l’amatissimo San Gennaro. Siete sicuri di conoscere proprio tutto, però, del santo a cui, da secoli, i napoletani rivolgono preghiere e suppliche? Ecco un elenco di cinque cose che forse non conoscete ancora sul suo conto.
#1 Ma San Gennaro è davvero esistito?
L’esistenza storica di San Gennaro è stata messa in dubbio numerose volte e da numerosi studi nel corso degli anni. Quello che si sa su di lui appartiene soprattutto alla leggenda: Gennaro era un vescovo, ma non di Napoli, bensì di Benevento. Fu martirizzato nel 305, probabilmente, sotto l’imperatore Diocleziano, ma non a Napoli né a Benevento, bensì a Pozzuoli. Le sue spoglie furono trafugate attorno l’831 e portate a Benevento. Nel XII secolo furono traslate nel santuario di Montevergine, vicino ad Avellino, mentre alcune scheggie del cranio venivano inserite in reliquari a Napoli. Nel 1497 il corpo di san Gennaro fu solennemente traslato a Napoli, nel Duomo, dove si trova tuttora.
#2 Le reliquie del patrono di Napoli
Secondo la tradizione, una parte delle reliquie di San Gennaro prese la via della Germania durante la traslazione dell’831. Ci sono fonti che riportano che alcuni resti siano tuttora custoditi in una cittadina sul lago di Costanza, Reichenau, su un’isoletta vicina ai confini con Svizzera e Austria, dove ancora oggi viene mantenuto, caso più unico che raro in Germania, il culto del santo campano.
#3 San Gennaro non si chiamava Gennaro
Probabilmente Gennaro non era il vero nome di san Gennaro, bensì solo il suo cognome. Secondo alcuni studi, infatti, il suo vero nome era Procolo. Gennaro deriverebbe da “Ianuario”, appellativo della “gens Ianuaria” cioè di una famiglia della nobilità romana a cui il santo sarebbe appartenuto e che era dedita, durante l’era pagana, al culto del dio Giano. Altre fonti antiche vorrebbero che Gennaro fosse nato a gennaio, cioè nel mese di “ianuarius”, da cui verrebbe anche il suo nome.
#4 San Gennaro alias Faccia Gialla
Il nome affettuoso con cui i napoletani chiamano san Gennaro è “faccia ‘ngialluta”, cioè “faccia giallia”. Questo perché il busto raffigurante il volto del santo che viene portato in processione per le strade della città è d’oro, quindi giallo. “Faccia ‘ngialluta, accurre e stuta ‘sta vampa de lo ‘nfierno. Ora pro nobis” cioè “Faccia gialla, accorri e spegni questa vampata che proviene dall’inferno. Prega per noi” era la preghiera recitata dai napoletani durante la terribile eruzione del Vesuvio del 1794, che provocò morti e distruzione.
#5 Napoli ha 52 santi patroni
San Gennaro non è affatto l’unico santo patrono di Napoli, anzi, la città partenopea ha il record assoluto di santi protettori nel mondo cattolico: sono addirittura 52. Segue questa particolare classifica la città di Venezia, che però ha “solo” 25 santi che vegliano sui suoi abitanti. Tra l’altro, san Gennaro non è neppure il patrono “principale”: la titolare del Duomo è infatti Santa Maria Assunta. Nella lunga sfilza di compatroni ci sono santi amatissimi dai napoletani e non solo. Anzi, ci sono quasi tutti i santi più amati della cristianità, da sant’Antonio di Padova a san Francesco di Paola, da san Filippo Neri a santa Teresa d’Avila. C’è santa Patrizia vergine, il cui corpo riposa nella chiesa di san Gregorio Armeno e lo stesso san Gregorio Armeno… C’è san Francesco d’Assisi, ma anche sant’Ignazio di Loyola, c’è l’arcangelo Raffaele, ma non gli arcangeli Michele e Gabriele; c’è sant’Agostino, san Pasquale Baylon, san Rosso, il padre della Madonna san Gioacchino e l’amatissima santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, le cui spoglie sono ai Quartieri Spagnoli. L’ultima santa ad essere nominata compatrona di Napoli è stata santa Rita da Cascia, nel 1928. San Gennaro, dunque, non è in buona, ma in ottima compagnia ed i napoletani sanno di essere al sicuro, nonostante tutto.