San Gennaro 2023, omelia del vescovo Mimmo Battaglia: “Basta sfruttare giovani e poveri, lavoro dignitoso”
“Basta accettare lavori che vanno oltre lo sfruttamento. Le famiglie hanno perso la speranza di sopravvivenza che un welfare sano e solidale a tutti dovrebbe garantire! Tante persone disperate per strada mi fermano e dicono che fanno fatica anche a mettere un piatto a tavola. Il lavoro dignitoso non deve essere un miraggio, ma un diritto”. Sono le dure parole della toccante omelia di don Mimmo Battaglia, Arcivescovo di Napoli, durante la Santa Messa per San Gennaro nel Duomo di Napoli. Il prodigio dello scioglimento del Santo Patrono si è ripetuto oggi, martedì 19 settembre 2023, alle 10,02.
Don Battaglia: "Serve lavoro dignitoso"
L'Arcivescovo ha richiamato il messaggio e l'esempio della vita del Santo Martire, Patrono di Napoli e della Campania, per tutti i fedeli: “Impegniamoci insieme – ha detto don Mimmo – ve ne prego, e diamo vita al miracolo di una città e di un paese in cui i poveri non vengano trattati come meri numeri, in cui venga riconosciuta loro la dignità del volto, del nome, della storia sacra di cui ciascuno è portatore. Lavoriamo insieme e assiduamente per rispondere all’emergenza sociale della nostra terra”.
L'Arcivescovo cita Avitabile: "Aizamm' na mana"
E ha citato anche la canzone "Aizamm' na mana" di Enzo Avitabile: “Come scrive in una sua canzone un nostro concittadino – ha detto don Battaglia – ‘Alziamo la mano, facciamo sul serio, muoviamoci insieme, facciamo qualcosa se ci crediamo ancora. La voce di uomo, la mia voce, la voce del popolo è voce di Dio'”.
“Dobbiamo disarmare i giovani”
Don Mimmo si rivolge soprattutto ai giovani, spesso costretti ad abbandonare la loro città, perché senza prospettive o perché costretti ad accettare lavori umilianti e sottopagati:
Lavoriamo insieme e assiduamente per i figli della nostra città, disarmiamo le loro mani, ampliamo le loro possibilità di vita, accompagniamoli nei loro percorsi, perché nessuno nasce criminale o delinquente e tutti noi abbiamo il dovere – soprattutto per chi è nato in contesti difficili e a rischio – di offrire a chi è più svantaggiato la possibilità di un futuro altro, di una scelta diversa da quella ereditata dalla cultura e dal disagio familiare!
E, ancora:
Questa città ha bisogno di ripartire dal mondo dell’educazione, dal ruolo primario della scuola, da una politica educativa che attraverso asili e reti di prossimità consenta ai figli e alle figlie di Napoli di crescere in luoghi sicuri e sani! Questa città ha bisogno di ripartire dalla cultura, dall’arte, dalla bellezza, da luoghi in cui poter apprendere le note, i colori, i pensieri e le idee più nobili, ampliando così le possibilità e gli orizzonti anche ai suoi figli e alle sue figlie più fragili.
Poi aggiunge:
Coraggio. Sogniamo insieme, ve ne prego, il miracolo di una città e di un paese in cui i problemi dei nostri bambini, ragazzi, giovani non divengano argomento politico e sociale solo dopo l’ennesima tragedia ma siano piuttosto oggetto continuo di riflessione e di azione, creando quel Patto Educativo che ha bisogno ancora di fare molti passi per diventare prassi!
E conclude:
Impegniamoci insieme, ve ne prego, per il miracolo di una città e di un paese in cui sia possibile per tutti sentirsi a casa, in cui nessun giovane sia ignorato e ogni talento sia valorizzato qui, in questa terra bella e ferita che più che mai oggi ha bisogno di bellezza e da cui troppo spesso i nostri giovani sono costretti a scappare, non trovando in essa la possibilità di esprimere in modo sano le proprie potenzialità, trovando troppi impedimenti alla costruzione del proprio futuro!