Matteo Salvini, Giorgia Meloni, la Funzione pubblica CGIL. Due leader di partito e il principale sindacato Italiano si sono letteralmente precipitati ad esprimere solidarietà incondizionata al corpo di Polizia penitenziaria poche ore dopo la Maxi inchiesta della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha mostrato atroci violenze subite dai detenuti all'interno del carcere locale durante il periodo delle proteste sul fronte Covid.
Salvini ha annunciato che giovedì sarà a Santa Maria davanti al carcere per il solito show; Meloni ha dichiarato e ridichiarato la propria fiducia agli agenti, CGIL ha addirittura parlato di gogna mediatica.
Sindacato e partiti di destra non hanno letto un solo rigo della corposa ordinanza, del poderoso atto di accusa ricco di immagini, testimonianze, video, audio, con cui si mostra un fatto che difficilmente potrà essere messo in discussione: detenuti ovvero uomini affidati allo Stato per scontare una pena come prevede lo stato di diritto, sono stati gestiti in maniera disumana.
I filmati delle videocamere di sorveglianza all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere sono qualcosa per cui lo Stato, se pretende di essere ancora uno stato di diritto dovrebbe chiedere scusa a prescindere dalla vicenda giudiziaria.
Il ministro di Giustizia, il ministro dell'Interno, il capo del DAP il dipartimento di amministrazione penitenziaria, il corpo di Polizia penitenziaria, non hanno fatto il loro dovere a Santa Maria Capua Vetere. Quelle immagini sono d'una violenza che suona già come colpa. Matteo Salvini anziché andare a fare la passerella davanti a un luogo di sofferenza e di pena, giovedì dovrebbe restare a casa. Così come la CGIL dovrebbe rivedere le sue improvvise dichiarazioni. Chi è oggi Caino? Chi sarebbe dovuto essere Abele?