Salvatore Giordano ucciso a 14 anni da un calcinaccio nella Galleria Umberto, 5 condanne
Si chiude con cinque condanne e una assoluzione il processo di primo grado sulla morte di Salvatore Giordano, il 14enne di Marano di Napoli morto il 9 luglio 2014 dopo essere stato colpito da un frammento di un fregio che si era staccato dalla Galleria Umberto I, in via Toledo, nel centro di Napoli.
La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Barbara Mendia, che ha ritenuto responsabili gli amministratori dei condomini nel cui spazio insiste il fregio della volta della struttura da cui si staccò la porzione che colpì il ragazzino e due dipendenti comunali. Sono stati condannati a due anni di reclusione Mariano Bruno ed Elio Notarbartolo, ad un anno e 2 mesi Marco Fresa; pena 2 anni di reclusione per il dirigente comunale Giovanni Spagnuolo e 1 anno e due mesi per il tecnico comunale Franco Annunziata. Il tribunale ha inoltre riconosciuto una provvisionale di 150mila euro per la famiglia Giordano: 100mila euro per i genitori e 25mila euro ciascuno per i due fratelli del ragazzino.
Salvatore Giordano abitava a Marano di Napoli, nella immediata provincia del capoluogo partenopeo. Quel giorno, il 5 luglio 2014, aveva deciso di passare il pomeriggio a Napoli con un gruppetto di amici. Fu colpito alla testa mentre si trovava in via Toledo, nel pieno centro cittadino e nella più importante strada dello shopping, davanti alla Galleria Umberto I: dalla volta della struttura ottocentesca si staccò un pezzo di un fregio che lo ferì gravemente. Il 14enne arrivò in ospedale in condizioni disperate; morì il 9 luglio, dopo quattro giorni di agonia. Nello scorso febbraio la Procura di Napoli aveva chiesto le condanne per gli imputati.