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Salerno, paga tagliata a chi stava troppo in bagno nella ditta di conserve, arrestato imprenditore

In una ditta del Salernitano i dipendenti venivano sottoposti a turni da 43 ore, con paga ridotta se stavano troppo in bagno; la scoperta dei carabinieri dopo un maxi sequestro di concentrato di pomodoro.
A cura di Nico Falco
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Gli operai erano sottoposti a turni massacranti e anche le pause per andare in bagno venivano monitorate: la paga di chi si attardava troppo veniva ridotta se non addirittura azzerata. Vessazioni che sarebbero avvenute, secondo le indagini dei carabinieri, in una ditta di conserve di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, dove i militari erano già intervenuti per conservare centinaia di tonnellate di concentrato di pomodoro con un'alta concentrazione di pesticidi. Ai due soci dell'industria conserviera, A. P. M. T. e A. D. M., sono stati notificati rispettivamente una misura cautelare agli arresti domiciliari e un divieto di dimora.

Salerno, paga tagliata a chi stava troppo in bagno: arrestato imprenditore

Le indagini dei carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno, coordinati dalla Procura di Nocera Inferiore, erano partite proprio da quel sequestro di 800 tonnellate di concentrato di pomodoro, in parte già venduto, datato 26 maggio 2021: oltre a contenere pesticidi oltre il limite consentito, era spacciato per prodotto italiano quando invece si trattava di pomodori egiziani. I militari hanno così ricostruito il trattamento che veniva riservato agli operai, tra i quali anche diversi italiani, che per necessità avevano accettato di lavorare a queste condizioni: i turni potevano durare anche 43 ore, pagate 4,35 euro l'una, venivano controllati anche con sistemi di videosorveglianza e i responsabili tagliavano o annullavano la paga a chi, secondo loro, era stato per troppo tempo in bagno.

Nei confronti dei due soci dell'attività è stato inoltre notificato un sequestro finalizzato a confisca da quasi 980 mila euro, a cui si aggiungono sanzioni amministrative per 275,600 euro comminate dalla Direzione Provinciale dell'Inps. Per gli inquirenti i titolari si sono resi responsabili di avere commercializzato sostanze alimentari nocive, di caporalato nel settore agroalimentare e di corruzione.

I controlli anticipati da un funzionario pubblico corrotto

Secondo quanto appurato, infatti, l'azienda aveva superato i test che periodicamente vengono eseguiti dai carabinieri per accertare la salubrità delle conserve grazie alla complicità di un funzionario pubblico, che forniva in anticipo informazioni sulle date dei prelievi. L'uomo, responsabile dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e per la repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari di Salerno (ICQRF), è indagato per rilevazione di segreto d'ufficio; in cambio delle informazioni avrebbe ottenuto un incarico per la figlia e la promessa di un incarico anche per se stesso una volta andato in pensione.

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