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Rubò 4 milioni di euro ma non pagò le tasse sul bottino: condannata ex guardia giurata

Giudicato colpevole anche di evasione fiscale l’ex vigilante casertano condannato per il furto di un carico d’oro: non aveva dichiarato il bottino come reddito.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Aveva rubato un carico d'oro che stava trasportando con un collega, vicenda per la quale è stato condannato in via definitiva, ma non aveva dichiarato il fisco quel "reddito" da oltre 4 milioni di euro: per questo motivo ha incassato una nuova condanna, questa volta per evasione fiscale, Antonio Di Stazio, l'ex guardia giurata del Casertano, oggi 67 anni, che aveva già scontato 4 anni e 4 mesi per furto pluriaggravato.

La sparizione dei lingotti risale al luglio 2016, quando il furgone della Securpol venne ritrovato a Badia al Pino, in provincia di Arezzo, nei pressi di un'area di servizio dell'Autostrada del Sole. Vuoto. Dalle successive indagini emerse che Di Stazio, alla guida, aveva lasciato a piedi il collega durante il trasporto di un carico d'oro e si era dileguato. Dell'uomo, nessuna traccia. Si presentò qualche giorno dopo nella caserma dei carabinieri di Lucca, senza però raccontare quello che era successo e dicendosi innocente, linea che ha mantenuto anche durante il processo. E nessuna traccia nemmeno dell'oro: non è mai stato ritrovato, né nelle disponibilità dell'uomo né in quelle di altre persone.

Nel nuovo procedimento, al tribunale di Arezzo, a Di Stazio veniva contestato il mancato versamento Irpef sul valore dei lingotti d'oro. Nello specifico: avrebbe dovuto pagare circa un milione e 900mila euro di tasse relativi ai quasi 4 milioni e 300mila euro del bottino. Anche all'inizio del processo, nello scorso luglio, l'uomo aveva detto di non aver mai preso quell'oro, di avere scontato la pena e di vivere in modo modesto. Ieri, la condanna: un anno e 10 mesi per evasione fiscale.

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