Rubate le bambole sulla tomba di Miriam, la bimba di Crispano morta a 5 anni
"Quando l'ho saputo non ci volevo credere: possibile che avessero davvero rubato le bamboline che lasciamo sulla tomba della nostra bambina?". Giovanni Laezza, il papà della piccola Miriam, è ancora incredulo mentre racconta quello che è successo la scorsa notte a Crispano, in provincia di Napoli. A dirglielo è stata la moglie, Antonella Palladino, che anche questa mattina è andata al cimitero di Cardito-Crispano per fare visita alla figlia, deceduta a 5 anni l'ottobre scorso. E ha scoperto che qualcuno aveva fatto sparire un paio dei giocattoli che i genitori portano anche sulla lapide.
E non è nemmeno la prima volta che accade un episodio del genere. Altri piccoli oggetti, sempre di scarsissimo valore economico (ma di grande valore affettivo) erano scomparsi anche nelle scorse settimane da quella tomba. "Si tratta di bamboline che non hanno nessun valore – dice Laezza a Fanpage.it – e questo rende ancora più brutto il gesto. Sarebbe stato diverso se avessero rubato una lanterna, un vaso, per rivenderlo e ricavarci cinque, forse dieci euro: ugualmente sarebbe stato riprovevole, ma ci sarebbe stata una spiegazione, lo avrebbero fatto per guadagnarci. In questo caso, invece, sono giocattolini che costano un paio di euro, chi volete che li ricompri? senza contare che proprio non riesco a capire come possa mai venire in mente di rubare le bamboline di una bimba…".
Miriam Laezza era morta il 17 ottobre 2019 mentre era a lezione di danza in una scuola di Cardito, paese che confina con Crispano. Aveva perso i sensi e a nulla erano serviti i tentativi di rianimarla. Per i medici che si sono occupati dell'autopsia si è trattato di morte naturale, di un infarto. Ma i genitori non hanno smesso di lottare: sospettano che a strappar loro la bimba sia stata una malattia non diagnosticata, la stessa che le aveva provocato altri svenimenti in precedenza che erano stati liquidati come manifestazioni di uno stato di stress perché Miriam, secondo i medici che l'avevano visitata, era "gelosa del fratellino".