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Rubano 14 milioni in criptovalute, vacanze tra ristoranti e barche di lusso: arrestati in Costiera Amalfitana

Rintracciati nel Salernitano quattro indagati per crimini informatici e riciclaggio, erano da settimane in Italia, rintracciati dalla Polizia di Stato in collaborazione con quella francese.
A cura di Nico Falco
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Da qualche settimana erano in Italia, dove non si erano certo risparmiati: avevano soggiornato in ville di lusso in Sardegna, sull'Isola d'Elba e in Costiera Amalfitana, spendendo un patrimonio tra ristoranti, voli privati, auto. Fino a quando le forze dell'ordine non hanno bussato alla loro porta: due di loro sono finiti in carcere a Salerno, gli altri due sono indagati a piede libero. Protagonisti di questa storia, che ha visto la collaborazione della polizia italiana con quella francese, quattro presunti responsabili di un furto di 14 milioni di euro in criptovalute.

La valuta digitale, hanno ricostruito gli inquirenti francesi, era stata rubata attraverso un attacco informativo sferrato ai danni di un exchange, ovvero una piattaforma di scambio online, con sede nelle isole Cayman. Una volta individuato il gruppetto la polizia transalpina si era messa sulle loro tracce, riuscendo a tracciare gli spostamenti. E le indagini portavano in Italia, motivo per cui è stata coinvolta la Polizia di Stato del servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Napoli e della sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Salerno. Gli investigatori hanno ricostruito gli spostamenti degli indagati sul suolo italiano: avevano soggiornato in dimore di lusso nei luoghi di vacanza più esclusivi, frequentato ristoranti raffinati, noleggiato numerosi voli privati, natanti di lusso e auto di grossa cilindrata con autista.

La Polizia Postale, con servizi tecnici, appostamenti e pedinamenti, ha localizzato i quattro e, quando ha avuto la certezza che fossero tutti nella villa della Costiera Amalfitana, è scattato il blitz con le manette e le perquisizioni locali e personali. Per due degli indagati, destinatari di mandato di arresto, si sono aperte le porte del carcere di Salerno; gli altri due sono indagati a piede libero; i reati contestati sono crimini informatici e riciclaggio. Nel corso dell'attività sono stati sequestrati, con successiva convalida della Procura di Salerno, codici e chiavi private di accesso a portafogli virtuali di criptovalute, diversi dispositivi informatici e chiavette ledger, ovvero dispositivi usb che fungono da portafogli digitali e servono per le transazioni in criptovalute.

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