Stipendi da fame, lavoro duro: dopo lo sfogo del cuoco napoletano decine di risposte ad Alessandro Borghese
Ha generato centinaia di risposte e decine di racconti la risposta ad Alessandro Borghese dal cuoco napoletano pubblicata da Fanpage.it. Carlo, partenopeo con esperienza pluriennale nella ristorazione, aveva chiesto al nostro giornale di replicare allo chef televisivo che si era lamentato in una intervista di non riuscire a trovare giovani con voglia di fare la gavetta.
Il popolare personaggio televisivo, figlio dell'attrice Barbara Bouchet, con le sue affermazioni aveva sollevato un vespaio: tantissimi lavoratori della ristorazione e delle attività ricettive hanno raccontato sui social la vera condizione del comparto. Ovvero stipendi da fame, quasi sempre precari, tanto lavoro senza soluzione di continuità, senza rispetto per le ferie né per gli orari.
Nei commenti all'articolo di risposta a chef Borghese, tanti utenti che operano nel comparto hanno raccontato le loro storie, spesso drammatiche, di sfruttamento e inadempienze alle più elementari norme circa gli orari di lavoro e le retribuzioni. Nulla di nuovo, ma il concetto è ribadito da decine, anzi centinaia di persone:
Vero e confermo: orari lunghi e sottopagati ti sfruttano e manipolano con scuse varie x non pagare, soprattutto con la scusa del "ti farò un contratto indeterminato" che non arriva e se te lo fa qualcuno non è mai a ore giuste lavorare e pagate.
Cliccando sui profili degli utenti si possono verificare i loro lavori: sono camerieri, lavapiatti, uomini di fatica nei ristoranti, cuochi di linea e alcuni lavorano anche in brigate di cucina di attività piuttosto note e quotate.
Scrive uno di loro, di mezza età: «Mi ricordo, 12/15 ore anche nei festivi, assicurato a 4 ore, per 1.200 euro al mese. Questa e la ristorazione in alcune parti del Nord. Poi per il resto credo che sia simile».
Un cuoco deve guadagnare di più: Con le responsabilità che ha in cucina con gli alimenti… nei confronti dei clienti. E poi i camerieri che fanno 12/14 ore al giorno?. È sfruttamento vero e proprio. Ma la colpa non è solo del ristoratore ma anche dello Stato che tartassa gli imprenditori.
Un ragazzo che fa 800-1.000 km e lascia la sua terra di origine sperando in uno stipendio migliore… poi va al Nord. E scopre la verità.
Vittorio, che opera nella ristorazione in un hotel, da stagionale, racconta:
…si lavora dalle 6 del mattino.. colazioni, poi pranzo, pausa di un'ora se va bene e poi cena. Io a ferragosto ho lavorato 18 ore filate per 50 euro! Si lavora dalle 12 ore in su al giorno senza giorno libero, senza straordinari, pagati senza liquidazione perché sottof orma di liquidazione ti pagano il nero che non mettono in busta e finita la stagione se vai in Naspi (è l'indennità di disoccupazione ndr.) prendi una miseria perché il sussidio è basato sulla busta paga bassa. Di che vogliamo parlare ? Non parlo di ristorantini piccoli che hanno mille controlli pagano tasse elevate eccetera, ma grandi hotel ,dove un cliente strapaga ogni servizio,
I commenti sui social network non sono necessariamente tutti contro il giudice-conduttore di "4 Ristoranti". C'è anche chi dice, in modo nemmeno tanto velato, a cuochi, camerieri eccetera, di non lamentarsi troppo, visto lo scenario globale che penalizza anche chi ha speso anni e anni all'università:
Ma lo sapete che uno stagista laureato a pieni voti che sa due lingue, ha master e contro-master per oltre 40 ore settimanali prende 1.200 euro al mese? Ma voi che a stento sapete dire due parole in italiano e avete scelto questa strada ma che pretendete? Bah davvero andate a zappare.
Infine, un imprenditore del settore ristorazione che dice la sua, in maniera piuttosto salomonica:
Purtroppo ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Il problema è che sia la vita da dipendente, sia la vita da imprenditore è molto dura. Io ho un piccolissimo bar con 3 dipendenti, vi assicuro che arrivare a fine mese per pagare tutti, pagare tutte le tasse, pagare tutte le spese, pagare tutti i fornitori non è facile, soprattutto dove se in questo momento aumenti di 10 centesimi il caffè non viene più nessuno a berlo.
Non voglio dare ragione a nessuno dei due ma il problema è davvero comune, ognuno ha le sue problematiche.