Al posto dello storico ristorante napoletano arriva la trattoria di cibo coreano: ma c’è un motivo preciso
I clienti affezionati passando lungo via Santa Lucia, la strada dell'omonimo borgo che dalla zona di piazza Plebiscito conduce verso il mare, all'altezza di Castel dell'Ovo, sono rimasti esterrefatti: ma come, "da Ettore", uno degli storici e apprezzatissimi ristoranti-pizzeria di cucina tipica napoletana è sparito nel nulla?
Non solo: suo posto dei tavolini in legno con l'inconfondibile tovagliato color albicocca, ecco spuntare tavolini moderni e lampioni finto vintage inglese. Addio all'insegna dorata in luogo di una in caratteri Hangŭl con esplicativo sottotitolo in italiano: «Trattoria Corea».
Possibile? Una trattoria presente nel borgo luciano da più di ottant’anni, sostituita «all'intrasatto» senza un addio, senza un fremito da parte del quartiere? E poi: il primo ristorante coreano a Napoli arriva senza nemmeno una campagna pubblicitaria, cosa che ormai nel food partenopeo non si nega a nessuno, nemmeno ai venditori di panini da attentato alle arterie o di dolcetti di discutibile fattura?
Qualcosa non quadra e basta avvicinarsi per capire: sulla lavagna stile "menù del giorno" c'è scritto chiaramente che la trattoria sarà attiva «aperto per una settimana».
Basta entrare e si capisce il perché: a quanto appreso si tratta di uno show televisivo sulla cucina asiatica: Napoli, città dell'identità gastronomica fortissima, è stata scelta per testare l'impatto del food made in Corea. Quindi al posto di manfredi con la ricotta e pizza, ci sono bibimbap e pajeon.
Telecamere ovunque, perfino sui camerieri e il test è servito. C'è però da dire una cosa: la troupe dello show per la sua pausa pranzo ha scelto una napoletanissima tavola calda a qualche decina di metri dal ristorante.