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Riscuoteva il pizzo per il clan Belforte: confiscati beni per 30 milioni di euro a un imprenditore casertano

Nei confronti dell’imprenditore, già condannato in via definitiva, è stato operato un decreto di confisca di beni per un valore intorno ai 30 milioni di euro.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Blitz nella mattinata odierna, giovedì 25 luglio, della Direzione Investigativa Antimafia, della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta e della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta, che hanno eseguito un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di un imprenditore casertano operante nel settore del cemento e della ristorazione, ritenuto contiguo al clan Belforte, già condannato in via definitiva per aver messo in piedi uno strutturato sistema di riscossione del pizzo.

Il valore dei beni confiscati all'imprenditore si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Nella fattispecie, le forze dell'ordine hanno confiscato: 2 interi compendi aziendali e quote di altrettante società, 62 beni immobili ubicati nelle province di Caserta, Benevento, Salerno e Parma (13 terreni, 14 abitazioni, 2 opifici industriali, 32 garage/magazzini ed 1 multiproprietà in Costiera Amalfitana), nonché 47 rapporti finanziari e 18 beni mobili registrati (2 autovetture e 16 mezzi industriali).

L'importante valore dei beni confiscati verrà tutelato attraverso l'amministrazione già disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; il Tribunale ha già stato istituito un tavolo tecnico che ha deliberato le linee guida per la corretta gestione del patrimonio confiscato all'imprenditore.

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