Riparte il processo sugli appalti delle ferrovie: le dichiarazioni di Sandokan potrebbero essere un terremoto
I primi verbali da collaboratore di giustizia di Francesco Schiavone "Sandokan" potrebbero già essere usati durante un processo: potrebbero essere depositati domani, nella prossima udienza di quello in corso nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che riguarda uno degli affari più importanti nei quali si sarebbe infiltrato il cartello, ovvero gli appalti attribuiti da funzionari di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) a ditte colluse col clan dei Casalesi in cambio di soldi e regali.
Schiavone aveva deciso di collaborare con la giustizia qualche settimana fa, era stato quindi trasferito dal carcere di Parma a quello de L'Aquila; per non destare sospetti negli altri detenuti gli inquirenti avevano sfruttato una voce priva di fondamento che si era diffusa anni fa e secondo cui il padrino fosse grave per un tumore; nel carcere abruzzese, infatti, lo stesso dove è stato curato negli ultimi tempi Matteo Messina Denaro, oltre al settore per i collaboratori di giustizia c'è anche quello attrezzato per assistenza sanitaria di questo tipo. Per il momento "Sandokan" ha già reso cinque interrogatori e per sei mesi verrà sentito due volte a settimana; le sue dichiarazioni verranno vagliate alla ricerca di riscontri che dovranno confermare l'attendibilità del superboss.
Tra gli imputati al processo sugli appalti Rfi c'è Nicola Schiavone, che a Sandokan è sempre stato legatissimo: è stato il padrino di suo figlio Nicola, suo omonimo e oggi anche lui collaboratore di giustizia. Secondo gli inquirenti Nicola Schiavone è uno dei principali "colletti bianchi" dei Casalesi: è accusato di avere fatto da prestanome per Sandokan insieme ai suoi familiari e di avere tenuto contatti di alto livello per conto del clan, sia politici che istituzionali. Nicola Schiavone è uscito indenne da tutte le accuse che gli sono state mosse, comprese quelle del maxiprocesso Spartacus, e anche nel processo ancora in corso ha ottenuto due assoluzioni. Stavolta, però, c'è l'incognita di quello che potrebbe raccontare Sandokan.