Rimossi i resti del rogo della Venere degli Stracci, Napoli si prepara per accogliere la nuova scultura
Rimossa nella notte la struttura della Venere degli Stracci in piazza Municipio a Napoli. Le operazioni sono iniziate intorno alle 20 di ieri sera e si sono protratte fino alle prime luci dell'alba di questa mattina. A coordinare gli operatori c'erano gli uomini della Napoli Servizi con il supporto della Polizia Locale e l'ausilio di gru e mezzi speciali per il trasporto della gabbia in acciaio, che è stata smontata in diversi "spicchi" e svitata dai molteplici bulloni che la tenevano unita, per essere poi trasportata in un deposito comunale. Ma prima dello smontaggio l'area intorno alla struttura è stata ripulita da alcuni residui rimasti dopo il rogo.
Per quel rogo dello scorso 22 luglio è indagato Simone Isaia, trentenne senza fissa dimora originario di Casalnuovo di Napoli, che fu trovato dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli in un centro d'accoglienza di Via Marina con in tasca cinque accendini. L'uomo ha passato due mesi nel carcere di Poggioreale, ed ora si trova nella casa di accoglienza Domus Misericordiae di Salerno dove attende l'inizio del processo a suo carico.
Oggi la presentazione della nuova Venere
La nuova Venere degli Stracci del Maestro Michelangelo Pistoletto, è stata presentata oggi 27 ottobre nella Sala della Giunta del Comune di Napoli, come un simbolo di generazione e rigenerazione per la città di Napoli. L'opera, dopo essere stata bruciata lo scorso 22 luglio, sarà reinstallata dov'era prima, in piazza del Municipio, e donata alla città dallo stesso artista. La conferenza stampa di presentazione ha visto la partecipazione del Sindaco del Comune di Napoli, Gaetano Manfredi, dell'artista Michelangelo Pistoletto, del consigliere del Sindaco e curatore del progetto “Napoli Contemporanea 2023”, Vincenzo Trione, e del Vicepresidente di “Altra Napoli EF”, Antonio Lucidi.
Così il Sindaco Manfredi ha sottolineato l'importanza dell'arte pubblica come strumento di rigenerazione urbana e di inclusione sociale:
Grazie ai progetti di arte pubblica che stiamo realizzando, Napoli è sempre più un museo a cielo aperto, democratico, gratuito, fruibile da tutti. Anche dopo un momento difficile, la città ha dimostrato di essere capace di risollevarsi e guardare avanti. La ricostruzione dell’opera di Pistoletto rappresenta la capacità della città di rigenerare se stessa grazie alla bellezza, all’arte e alle energie positive dei suoi cittadini. La nuova Venere rafforza la vocazione al contemporaneo di Napoli e si pone, dunque, all’interno di un programma più ampio che vuole essere un esempio di come costruire la città, trovando forme originali di rigenerazione urbana capaci di coinvolgere l'intera comunità, sempre nell'ottica dell'inclusione sociale senza dimenticare i fragili.
Anche l'artista Michelangelo Pistoletto ha parlato del processo di rigenerazione dell'opera, trasformando il dolore causato dall'incendio in una nuova opportunità di vitalità e rinascita artistica, non solo per lui, ma per l'intera città di Napoli:
Un percorso attraverso cui il dolore si è trasformato in cura. La Venere non si è annientata, ma rigenerata nel medesimo luogo. È accaduto un episodio di degenerazione che ha innescato dinamiche di riflessione e di confronto importanti sulle devastazioni dei giorni nostri. Per questo, il mio sentimento per Napoli è rimasto immutato: sarà una grande gioia per tutti aver trasformato la sofferenza in una nuova occasione di vitalità e rinascita.
Pistoletto ha deciso di donare l'opera alla città di Napoli, confermando il suo legame con la città, ma anche perché il rogo ha associato la Venere a Napoli in modo storico. L'artista così facendo ha chiarito la sua volontà di promuovere l'arte come strumento educativo e di trasformazione sociale, specialmente in contesti fragili. «Un evento doloroso, drammatico, forse destinato ad entrare nei libri di storia dell’arte contemporanea del futuro»– ha infatti detto il consigliere e curatore Vincenzo Trione, che ha aggiunto:
Dal rogo dello scorso luglio sono rimaste ferite, tracce, rovine. Michelangelo Pistoletto ha deciso di non rimuovere questo trauma, progettando una nuova “Venere degli stracci”, che tiene in sé il relitto sopravvissuto al rogo. E, insieme, ha scelto di far vivere il suo gesto oltre l’opera stessa. Donando la versione monumentale della Venere alla città di Napoli. E promuovendo un’attività di crowdfunding, per associazioni umanitarie impegnate nella cura di disagi e di devianze. Un modo per dimostrare che, talvolta, l’arte può raggiungere i propri obiettivi più profondi e politici quando vive oltre se stessa e si diffonde nella realtà, nelle nostre vite.
Ma la comunità napoletana aveva già dimostrato il suo supporto attraverso una campagna di crowdfunding chiamata Ricostruiamola!, lanciata e gestita dall'associazione Altra Napoli EF. Nonostante ciò, Pistoletto ha deciso di finanziare la ricostruzione dell'opera a sue spese. Per questo i fondi raccolti dalla campagna saranno destinati ad associazioni con finalità sociali nel territorio. Antonio Lucidi, vicepresidente di “Altra Napoli EF”, ha aggiunto a sua volta:
Altra Napoli EF, raccogliendo anche l'invito del Comune di Napoli, si è resa promotrice di una raccolta fondi che ha coinvolto in primis i cittadini, e poi enti privati ed istituzioni culturali. In seguito alla generosa offerta del Maestro Pistoletto di donare l'opera alla città, e alla proposta di destinare le somme raccolte a due enti del Terzo Settore, Altra Napoli ha suggerito, in accordo con i donatori, due significative realtà da anni impegnate a favore degli ultimi. Si tratta dell'Associazione "La Scintilla", che opera per la tutela, l'accompagnamento, la socializzazione e la serena autonomia delle persone affette da disabilità intellettiva e della Cooperativa Sociale "Lazzarelle", impegnata nel recupero, attraverso il reinserimento in qualificati progetti di lavoro, delle donne afflitte dal regime di detenzione che vogliono essere protagoniste attive del loro cambiamento.
La nuova Venere degli Stracci sarà inaugurata il 22 gennaio e rimarrà esposta in Piazza Municipio per quattro mesi, per poi essere spostata altrove.