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Rimossa una rete da pesca abusiva di 450 metri dall’area protetta della Gaiola

I pesci e gli organismi marini rimasti intrappolati tra le maglie della rete, triglie, tordi, scorfani, ma anche stelle marine e crostacei, sono stati liberati.
A cura di Enrico Tata
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Nell'Area Marina Protetta del Parco Sommerso della Gaiola è stata rimossa una rete da pesca abusiva di oltre 450 metri. Lo staff ha registrato movimenti sospetti, grazie alle telecamere di videosorveglianza, poco prima dell'alba di oggi. Una sospetta imbarcazione sotto costa e a luci spente è arrivata nei pressi dell'area protetta e ha calato la rete.

Gli esperti subacquei del parco hanno ispezionato i fondali e hanno scoperto la lunga rete abusiva. Hanno quindi avvertito le forze dell'ordine e hanno proceduto al recupero a mano dell'attrezzo da pesca illegale con l'aiuto di una motovedetta della Guardia di Finanza. Ci sono volute due ore di tempo per tirare a bordo tutta la rete. I pesci e gli organismi marini rimasti intrappolati tra le maglie, triglie, tordi, scorfani, ma anche stelle marine e crostacei, sono stati liberati.

"La lotta alla pesca di frodo resta una delle priorità del Parco Sommerso di Gaiola, le aree marine protette devono poter svolgere la loro primaria funzione di aree di nursery per il ripopolamento del nostro mare, anche a beneficio dei tanti pescatori onesti che potranno avere un giorno un mare più sano e più ricco. Oggi fortunatamente casi come questo, che anni fa erano all'ordine del giorno, sono diventati molto rari, ma è fondamentale tenere la guardia alta", ha dichiarato Maurizio Simeone, direttore dell'Area marina protetta.

"Grazie al tempestivo intervento la rete aveva avuto poco tempo per pescare e quasi tutti gli organismi marini rimasti intrappolati erano ancora vivi e sono stati liberati uno ad uno dalle dalle strette maglie in cui erano avviluppati", si legge sulla pagina Facebook del parco.

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