Rimedio per la malattia da reflusso gastroesofageo: come funziona Refluxstop, dispositivo medico impiantato a Napoli

Operazione contro il reflusso, all’ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli primo centro training italiano per il dispositivo medico contro la patologia.
A cura di Luca Leva
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L'equipe medica del Fatebenefratelli di Napoli
L'equipe medica del Fatebenefratelli di Napoli

È' l'Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli il primo centro italiano ad essere riconosciuto quest'anno come Centro Training per la formazione di nuovi chirurghi per l'utilizzo di una nuova ed innovativa tecnica per combattere il reflusso gastroesofageo con l'installazione di un dispositivo medico che si chiama RefluxStop. Un’ottima notizia per circa il 25% per cento dei campani che soffrono di questa malattia. E ancora di più per quel 40% di soggetti che non risponde alla terapia farmacologica d'elezione con i farmaci inibitori della pompa protonica (PPI).

«Lo scopo della procedura è sempre ripristinare l’anatomia – spiega a Fanpage.it Adolfo Renzi, responsabile della Uos di Chirurgia Laparoscopica e mini-invasiva e di alta specializzazione in patologie funzionali dell'esofago e del colon retto afferente alla Uoc di Chirurgia Generale del Fatebenefratelli di Napoli –  cioè far ritornare l’anatomia del paziente com'era in origine. Questo piccolo dispositivo in silicone, che per semplicità è stato chiamato RelfluxStop serve a stabilizzare i risultati anatomici appena ottenuti in modo da avere un effetto duraturo nel tempo».

Nessuna controindicazione particolare e tempi di dimissione più brevi rispetto a quelli previsti in caso di intervento tradizionale. «Questo intervento ha un grande vantaggio – sottolinea  Renzi –  è un dispositivo che non gira intorno all’esofago e quindi non lo stringe a 360 gradi, che è una modalità con cui spesso, o quantomeno la gran parte delle volte, si effettuano gli interventi anti reflusso. Il dispositivo viene allocato di fianco all’esofago e quindi ha il grande vantaggio di non generare la disfagia, che è il più frequente disagio dopo interventi chirurgici finalizzati a trattare la malattia da reflusso gastroesofageo».

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«In più si tratta di un dispositivo in silicone molto piccolo, costituito da cinque piccole parti e ove mai dovesse dislocarsi dalla sede, può essere tranquillamente digerito e poi espulso attraverso le vie naturali. Nonostante sia un dispositivo medico molto costoso il suo impiego è interamente sostenuto dal Sistema Sanitario Nazionale e ovviamente la mia speranza è che la nostra regione continui ad avere le risorse affinché si possa proseguire nell'utilizzo di questa tecnica innovativa».

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